Fatta eccezione per l’acqua distillata, prodotta in modo artificiale a partire da un processo totale di depurazione, tutte le risorse idriche presenti in natura possono venire a pieno titolo definite acque minerali, dato che sul pianeta Terra l’acqua sgorga in maniera “spuria”, trovandosi commista ai numerosi elementi che caratterizzano il suolo dal quale trae origine.
Se tutte le acque sono dunque acque minerali in un’accezione letterale del termine, non tutte le acque minerali risultano idonee all’ingestione e all’impiego termale, dato che gli elementi minerali che caratterizzano la loro struttura chimica possono essere vincolati alla presenza di principi benefici per l’organismo umano (come il magnesio), ad elementi nocivi (come i nitriti), oppure a componenti il cui grado di bontà dipende dalla specifica concentrazione e dalla presenza rintracciabile nel residuo fisso.
Proprio In base alla presenza e alla quantità di sali minerali disciolti al loro interno, derivanti dal percorso compiuto dalle acque lungo le rocce calcaree, risulta possibile suddividere le acque minerali in distinte tipologie, definite dalla quantità di residuo fisso (cioè, il contenuto di minerali che persiste a seguito di evaporazione a 180 gradi) contenuto e pervenire ad una sorta di classificazione ufficiale che consente l’impiego di ogni singola acque in direzione degli attributi che maggiormente le competono.
In linea generale, la classificazione delle acque minerali sulla base del numero di elementi disciolti al loro interno (a prescindere dalle loro specifiche qualità), suddivide l’universo delle risorse idriche palnetarie sulla base delle seguenti macro-categorie:
- Minimamente mineralizzate: hanno un contenuto di sali minerali inferiore a 50 milligrammi per litro
- Oligominerali: hanno un contenuto di sali minerali
non superiore ai 500 milligrammi per litro - Mediominerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e
1000 milligrammi (1 g) per litro - Ricche di sali minerali: il residuo fisso è di oltre 1500
milligrammi per litro
Partendo dalle basilari considerazioni biologiche e dalle ricerche effettuate in ambito scientifico sulla composizione delle acque, nel corso degli ultimi due secoli, il termalismo italiano è riuscito a prevenire ad un’ulteriore suddivisone chimica in grado di massimizzare le qualità benefiche contenute nelle acque minerali che sgorgano dalle infinite fonti presenti nella Penisola e dare vita ad una pluralità di trattamenti in grado di ottimizzare l’elemento naturale in funzione terapeutica.
In virtù di una pluralità di sorgenti disseminate sul territorio italiano e di una tradizione millenaria, gli Italiani sono risultati infatti essere i maggiori consumatori di acque minerali al mondo e i detentori di una passione benefica che trova la sua ragion d’essere proprio negli effetti prodotti sull’organismo umano dalle acque minerali e che si è fusa nel corso dei secoli con la tradizione termale più avanzata ed efficiente del mondo.
La scelta della tipologia di acqua minerale maggiormente appropriata e funzionale al benessere individuale dipende dalla presenza di stati patologici e dalla tipologia di benefici corporei (diuretici, digestivi, anti-dispeptici) che si desidera ottenere mediante l’assunzione quotidiana e, per questa ragione, le terme rappresentano il luogo in cui cercare il percorso riabilitativo più adatto ad ogni specifica esigenza e per comprendere il benefico significato delle acque minerali, ben oltre la loro denotazione letterale o chimica.