Il convulso 2015 si era chiuso con la triste storia di un giovane untore, deciso a sfogare la sua frustrazione per aver contratto il virus Hiv su ogni donna disponbile, mediante la premeditata e consapevole messa in atto di una serie di rapporti sessuali non protetti finalizzati appunto a rovinare la vita delle malcapitate.
Se il fenomeno pareva inizialmente limitato ad un novero di amanti tutto sommato ristretto, pare invece che il giovane genio del crimine romano si sia dato piuttosto da fare per diffondere a macchia d’olio la piaga e che il bollettino delle ragazze contagiate salga drammaticamente giorno dopo giorno fino a raggiungere, attualmente, al soglia delle 29 vittime.
A seguito di una serie di controlli medici messi in atto dopo la diffusione dell’allarme per via mediatica, altre 10 ragazze, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, hanno riscontrato la contrazione del virus Hiv a seguito di rapporti occasionali non protetti con il famigerato Valentino T., ormai destinato a passare alla storia come paradigma vivente della vigliaccheria e dell’infamia umana.
Mentre il 31enne untore si trova al momento in stato di arresto, dal momento che il pericolo di reiterazione del reato è molto più di una mera eventualità teorica, gli inquirenti stanno ascoltando nuove testimonianze di donne contagiate da Valentino T. per giungere ad un quadro giudiziario più esaustivo, utile ad individuare moventi e premeditazioni dell’atto.
L’invito rivolto dalle autorità a tutte coloro che sono entrate in contato con l’untore è dunque quello a sottoporsi a test clinici del caso e a fornire la loro testimonianza relativa alle circostanze in cui è avvenuto l’incontro, di modo che si possa giungere ad una punizione esemplare per il malfattore, utile magari ad impedire che il 2016 si concluda con altre vicende raccapriccianti di cronaca e con emuli di Valentino T volenterosi di ritagliarsi un posto nella notorietà nostrana.
Fonte: Emerge il Futuro