Dando ormai per scontato che il comparto relativo alla Sanità è quello in cui si consumano i maggiori sprechi a livello nazionale e che il nostro sistema di cure pubbliche appare spesso alla stregua di un gigantesco buco nero, l’esigenza di tagliare le spese a tutti i costi si sta rapidamente riverberando in un’endemica carenza di personale e in una serie di disservizi tali da mandare in tilt un Paese bisognoso di cure ed interventi in tempi relativamente rapidi.
A seguito dei continui tagli alla spesa pubblica operati in direzione della sanità, pare infatti che più che sprechi e malaffare, l’esito delle decurtazioni si sia riverberato in una carenza strutturale di personale infermieristico, con oltre 47 mila camici bianchi trovatisi senza lavoro e con un Sud Italia alle prese con contingenze difficili da superare.
Stando ai dati riportati da una recente disamina svolta per conto della Federazione dei Collegi degli infermieri Ipasvi, pare infatti che gli infermieri si trovino ad essere le “vittime” predilette dei tagli operati con la metaforica scure, con conseguente carenza di organico perenne e con stipendi medi anch’essi sottoposti a restrizioni e diminuzioni tali da rendere la carriera nel settore quantomeno sconsigliata.
A fronte di un numero di infermieri lontano dal raggiungere i livelli considerati ottimali per la sicurezza del Paese (con 7500 posti in meno solo nel Mezzogiorno), l’analisi ha infatti rivelato come nel corso del quinquennio di riferimento 2009-2014, gli stipendi del personale infermieristico siano decresciuti sensibilmente sull’intero territorio nazione, con una perdita legata al potere d’acquisto stimata nella misura record pari al 25% e come le scarse retribuzioni si pongano come deterrente per chiunque decida di tentare la lunga strada che conduce all’acquisizione del fatidico camicie.
In un quadro a tinte fosche in cui età media tropo elevata e turnazioni massacranti compongo la totalità delle problematiche infermieristiche, il rischio è quello di un’Italia pronta a trasformare rapidamente il suo comparto sanitario da buco nero delle risorse ad un contenitore vuoto, non più in grado di garantire nemmeno quei servizi basilari presenti a fronte di esborsi e oneri non adeguati all’impresa.
Fonte: Emerge il Futuro