Gli ormai noti effetti del cambiamento climatico in atto stanno producendo una serie di mutazione nelle specie animali e vegetali, tali da portare intere classi di esseri viventi a soccombere sotto il peso del Riscaldamento Globale e altre, per converso, a mutare la loro natura intima per far fronte alla minaccia, andando a sviluppare una serie di caratteristiche genetiche in grado di renderle maggiormente aggressive ed attrezzate per resistere ai pericoli connessi con il nuovo scenario apocalittico.
A fianco di panda e altri simpatici mammiferi a rischio di estinzione, si moltiplicano dunque i casi legati ad insetti e microrganismi muniti di un anomalo potenziale letale e di caratteristiche neurotossiche ignote fino a poco tempo fa e in grado di rappresentare una concreta minaccia per il genere umano.
Rientra a pieno titolo in questa categoria una nuova tipologia di zecca, dotata di un veleno neurotossico potentissimo che risulta in grado di produrre danni irreversibili, o addirittura letali, nel giro dei 15 minuti successivi al morso, in virtù di un tremendo virus, denominato Powassan, del quale l’insetto si è fatto portatore.
Attualmente isolata solo nella parte collocata a nord est degli Stati Uniti, la zecca è già riuscita a produrre il primo allarme sanitario di tipo epidemico, facendo registrare nel corso degli ultimi anni un numero di casi clinici pari a 75 unità ed andando ad aumentare il suo vigore e il suo raggio d’azione proprio negli ultimi mesi, in concomitanza con la genesi di uno scenario climatico insolitamente troppo caldo.
Molto difficile da curare e potenzialmente mortale nel 60% dei casi, il virus Powassan comporta l’insorgenza di un quadro sintomatologico simile a quello della malattia di Lyme (comprensivo di febbre, delirio, confusione e vomito) e raggiunge il cervello tanto rapidamente da rendere quasi sempre inefficaci i tentativi di cura condotti a seguito della diagnosi, in virtù di un potenziale neurotossico in grado di danneggiare in modo irreparabile intere aree del cervello umano.
Ampiamente descritta in un lungo studio pubblicato sulla rivista Jama of Internal Medicine, la perniciosa zecca rischia dunque di trasformarsi presto in una minaccia globale e di rendere conto, in maniera tragica di quel lato oscuro dei cambiamenti climatici che portano le specie animali a cercare di difendersi in tutti modi, anziché a soccombere.
Fonte: Emerge il Futuro