Essere genitori è probabilmente il mestiere più difficile del mondo e l’unico in cui si rischia di sbagliare indipendentemente dalle scelte compiute: se l’esperienza comune insegna, ad esempio, che conviene abituare i figli fin dai primi giorni di vita ad uscire di casa in modo da migliorare la struttura delle loro vie aeree mediante il contatto con ambienti umidi, i pericoli derivanti dalla presenza di smog all’interno dei centri urbani ci portano spesso a recludere in casa i bambini per il timore di bronchiti e infiammazioni.
A complicare ulteriormente la difficile questione, giunge in queste ore uno studio condotto dall’Istituto di biomedicina ed immunologia molecolare del Cnr che attesta in modo inequivocabile la presenza di un diffuso inquinamento domestico, potenzialmente ancor più pericoloso per le vie aeree di bambini e adolescenti di quello che si annida minaccioso in sembianze nubiformi appena oltre la soglia di casa.
Un’indagine condotta presso le abitazioni di Palermo ha infatti evidenziato livelli di biossido di azoto tra le mura domestiche ben al di sopra dei livelli di guardia fissati dall’Organizzazione Mondiale della Salute nella soglia limite di 40 microgrammi/metro cubo, facendo immediatamente scattare l’allarme presso il Ministero della Salute sui pericoli che si annidano in luoghi considerati sicuri e riparati.
La presenza di concentrazioni di biossido di azoto fuori dalla norma si traduce infatti nella possibile insorgenza di asma infantile e in una riduzione complessiva delle facoltà respiratorie, secondo uno schema di tipo quasi causale che ha evidenziato come il 90% dei soggetti asmatici censiti durante le rilevazioni del Cnr presentasse livelli di sostanze pericolose sopra la norma all’interno della proprie abitazioni e come un ulteriore 22% si trovasse a soffrire di forme allergiche dovute alle concentrazioni di biossido rilevate indoor.
Secondo gli autori della ricerca pubblicata su Enviromental Research, le condizioni rilevate nel capoluogo siciliano sarebbero tranquillamente generalizzabili alla maggior parte delle abitazioni presenti nei centri urbani italiani, dal momento che Palermo non presenta livelli di inquinamento tali da poter essere considerata un’anomalia nello scenario complessivo italiano.
Di fronte a condizioni che si pongono come un’ulteriore quanto inaspettata minaccia per la salute dei nostri figli, il consiglio è quello di valutare costantemente i livelli di NO2 presenti nelle nostre case, scegliendo fasce orarie per la ventilazione degli ambienti domestici considerate meno a rischio e magari intervenendo direttamente sulle vie respiratorie dei piccoli mediante il ricorso ad acque termali e fattori naturali in grado di ridurre il potenziale allergizzante del biossido di azoto; giusto per cercare di minimizzare la portata dei potenziali errori commessi durante l’esercizio di quello che è, senza alcun dubbio, il mestiere più difficile del mondo.
fonte: news.emergeilfuturo.it