Nell’immaginario collettivo, i cambiamenti climatici in atto vengono definiti attraverso una semplice serie di statistiche e di fenomeni che si verificano ad una distanza tale dall’epicentro del cuore produttivo d’Europa da non destare preoccupazioni differenti da quelle partorite a seguito di una mera curiosità o di una sottile solidarietà per le specie animali a rischio estinzione.
Secondo quando afferma una recente ricerca pubblicata da Nature Climate Change, il fenomeno definito come Riscaldamento Globale potrebbe tuttavia trasferirsi molto presto dall’ambito della curiosità a quello, ben più fastidioso, rappresentato dalle allergie stagionali e riverberarsi sulle condizioni di salute di milioni di cittadini europei, sempre più alle prese con pollini di varia natura e concretissime infezioni alle vie respiratorie.
I ricercatori hanno infatti calcolato, sulla base degli attuale trend di diffusione di pollini e graminacee, che entro il 2050 i fenomeni allergici in Europa potrebbero subire un’ulteriore crescita, pari a quattro volte il quantitativo attuale, generata a partire dallo sdoganamento oltreoceano della perniciosissima Ambrosia.
L’Ambrosia artemisiifolia è una pianta a forte potere allergizzante originaria del Nord America che sta conoscendo, durante gli ultimi anni, una crescita incontrollata in tutta Europa, portando con sé un carico di allergie legate al comune fenomeno dell’impollinazione e ad uno spettro patologico del tutto imprevisto in quanto non endemico rispetto alla sua naturale area geografica di diffusione.
L’aumento della temperatura media europea, stimato in circa 0.8 gradi durante l’ultimo secolo, sta cioè favorendo la crescita di specie di piante allogene rispetto al Vecchio Continente e contribuendo a dare una spiegazione logica del perché sempre più individui, soprattutto bambini, si trovino a soffrire di forme allergiche sconosciute in precedenza.
Tradotto su un piano numerico, le concentrazioni di Ambrosia nel nostro Paese potrebbero arrivare a raggiungere quantitativi fino a quattro volte superiori rispetto agli attuali, stimati in circa 13 mila grani per metro cubo e, se si considera che i 2 mila grani per metro cubo rappresentano la soglia d’allarme fissata dalle autorità sanitarie, ne consegue un logico incremento delle allergie in modo esponenziale col trascorrere del tempo.
Secondo gli esperti, urge un piano di revisione globale del nostro rapporto con l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera, causa principale dei cambiamenti climatici e del nostro accesso alle cure di fronte alle allergie, putroppo sempre più invasive e sempre meno incentrate su rimedi di tipo naturale o termale: tutto questo prima che il Riscaldamento Globale esca dalla sua dimensione statistica per ledere definitivamente la nostra salute e quella dei nostri figli.
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