A poco servono gli infiniti moniti dell’Oms a non utilizzare antibiotici, salvo in caso di effettiva necessità, se poi si incontrano medici di base che dispensano la categoria farmaceutica come acqua fresca e che pongono, tra l’altro, inspiegabilmente l’accento sul versante femminile della diagnosi.
Un recente indagine condotta in nove Paesi (Italia, Danimarca, Svezia, Regno Unito, Belgio, Germania, Spagna, Israele, Nuova Zelanda) ha infatti evidenziato la presenza di una strana tendenza medica in base alla quale quando donne e uomini si recano dal medico esponendo un identico quadro sintomatologico, i dottori tendono a prescrivere antibiotici alle donne con molta più facilità, fino a sfiorare picchi statistici pari al 27% in più rispetto al loro corrispettivo maschile.
Lo studio pubblicato sul condotto su un campione statistico pari a 44.333.839 pazienti ha infatti mostrato come il consumo di antibiotici tra le donne stenti a decrescere, anche a fronte dei sopracitati moniti e agli allarmi relativi alla genesi di batteri resistenti, e come il fenomeno trovi la sua radice proprio in una errata tendenza alla prescrizione medica della categoria, anche in assenza di sintomi che potrebbero far pensare alla contrazione di un’infezione di tipo batterico.
Tradotto in parole povere, pare che se i medici dovrebbero prescrivere antibiotici solo in presenza di ben precise tipologie di infezione, generalmente denotate da febbre altea e persistente, numerosi appartenenti alla categoria professionale impugnino la ricetta non appena una signora varca l’uscio del loro studio, con il risultato di un utilizzo improprio degli antibiotici e di una maggior esposizione delle donne di fronte alla minaccia rappresentata da infezioni vere e non presunte.
Mentre si cercano di capire le ragioni del fenomeno, apparentemente inspiegabile, le istituzioni sanitarie sono corse ai ripari per arrestare la tendenza e per capire l’arcano, prima che i continui moniti relativi agli antibiotici cadano nuovamente nel vuoto, ma non a causa di quell’abuso individuale per anni finito sul banco degli imputati.
Fonte: Emerge il Futuro