Tornato al centro delle cronache nostrane a causa delle dicerie imperanti sui vaccini, l’autismo rappresenta in realtà una condizione patologica estremamente complessa, frutto di una pluralità di cause ancora ignote e potenzialmente legata ai comportamenti delle madri in dolce attesa, dato che pare ormai assodato che l’autismo si sviluppi, nella maggior parte dei casi, proprio nel grembo materno.
Una delle possibili cause per la genesi dell’autismo neonatale potrebbe essere prodotta a partire, secondo quando afferma un recente studio dell’Università di Montreal, dalla tendenza sempre più diffusa presso le gestanti a fare uso di farmaci antidepressivi, il cui potenziale nefasto sulla prole è ben noto a prescindere dal rischio legato all’autismo.
Analizzando un campione statistico pari a 145 mila bambini, seguiti dai medici canadesi dal momento del concepimento fino al compimento del decimo anno di età, è stato infatti possibile riscontrare che, laddove l’autismo veniva correttamente diagnosticato nel corso dei primi anni di vita (pari a 1.054 casi), una considerevole percentuale era stata fatta registrare in concomitanza con l’assunzione di antidepressivi da parte della madri nel corso della gestazione.
Per la precisione, le stime elaborate dai ricercatori parlerebbero di un rischio aumentato fino alla soglia dell’87% in caso di concomitanza tra predisposizione genetica e assunzione di antidepressivi, misura che rende l’idea di quanto un’esigua probabilità possa trasformarsi in una concreta eventualità in caso di abuso di farmaci.
Pur basandosi lo studio su un semplice livello statistico e non evidenziando alcun nesso di natura casuale tra i due fenomeni, la ricerca si pone comunque come un ulteriore monito sugli antidepressivi in gravidanza e come punto di partenza per nuove ricerche sull’autismo, patologia talmente misteriosa da ispirare le più assurde leggende metropolitane su vaccini e altre cause occulte.
Fonte: Emerge il Futuro