La generazione che ha fatto grande il rock a cavallo degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso sta purtroppo giungendo al culmine della sua parabola umana e artistica, portando con sé una vita di eccessi e rendendo i milioni di fans, disseminati per il mondo, orfani di una genialità mai davvero rimpiazzata nei decenni successivi.
Accade così che a pochi mesi dalla tragica scomparsa di David Bowie e di Lemmy Kilmister, l’universo musicale debba fare i conti con una grave forma di cancro alla prostata che ha colpito Bill Wyman, storico bassista dei Rolling Sotnes, da molto tempo ritiratosi dalle scene senza che il gruppo inglese riuscisse mai a sostituirlo pienamente, se non tramite il ricorso a continui turnisti nel corso delle esibizioni live.
In concomitanza con l’annuncio relativo alla fine della toruné degli Ac/Dc, dovuto a problemi d’udito riportati dal cantante Brian Jonhson, che ora rischia la sordità, il portavoce di Wyman ha infatti confermato i numerosi rumors che si rincorrevano da tempo nel jet set, annunciando la contrazione della patologia da parte del musicista e la sua volontà di dedicarsi in modo esclusivo alla cura della propria salute.
Tornato alle luci della ribalta nel 2012, in occasione di una rarissima “reunion completa” dei Rolling Stones, tornati ad essere un quintetto a tutti gli effetti per una sera, Wyman aveva lasciato il gruppo nel 1993, dopo 31 anni passati al fianco di Mick Jagger, Keith Richards e Charlie Watts, per dedicarsi alla gestione di un pub e ad altri progetti musicali, come i Wyman’s Rythm Kings, il cui ruolo nella sua vita era decisamente meno preponderante rispetto a quello giocato negli Stones.
Ultima gloria storia del grande rock, in ordine di tempo, a trovarsi sospeso tra la vita e la morte, Wyman rischia ora di lasciare un vuoto incolmabile in quella generazione che si affacciò al mondo del rock nel tentativo di emularne estetica e sonorità e che sarebbe stata costretta, decenni più tardi, ad assistere al fiorire di nuovi gruppi, mai davvero in grado di rimpiazzare pienamente la genialità dei loro precursori.
Fonte: Emerge il Futuro