Se tutti noi, una volta raggiunta l’età adulta, diventiamo vittime di psicosi collettive e fenomeni da autosuggestione che ci fanno spesso scambiare lucciole per lanterne e stress per celiachia, esistono numerosi bambini che si trovano realmente a soffrire delle problematiche derivanti dall’intolleranza al glutine e che devono subire calvari diagnostici interminabili per chiarire l’origine del loro malessere.
Una buona notizia sul versante relativo alla diagnosi per la celiachia giunge tuttavia in queste ore proprio dal nostro Paese, grazie all’ideazione di un apposito esame del sangue micro-invasivo e perfettamente attendibile che potrebbe presto risparmiare per sempre ai più piccoli il ricorso a sonde, endoscopie e altri sistemi la cui invasività aumenta in parallelo al decrescere dell’età del paziente.
Grazie all’emanazione delle nuove linee guida ministeriali in materia di celiachia, è infatti emerso che effettuare un semplice esame del sangue può rivelarsi funzionale ad accertare l’intolleranza al glutine nei più piccoli, dal momento che la presenza di valori relativi agli anticorpifuori dalla norma denoterebbe la contrazione della malattia autoimmune con un grado di attendibilità pari, se non addirittura superiore, a quello ottenuto mediante endoscopia.
Tradotto in parole povere, il nuovo via libera del Ministero, significa che il grado di accuratezza raggiunto dai moderni esami del sangue ha finalmente ottenuto il doveroso riconoscimento da parte delle istituzioni e che, dunque, per scoprire se un bambino è celiaco o meno non sarà più necessario sottoporlo ad esami clinici che si rivelano traumatici e dolorosi, date le fragili condizioni psicologiche e fisiche del paziente che si intende analizzare.
Mentre per gli adulti permangono in vigore le precedenti direttive, che ritenevano endoscopie e biopsie intestinali alla stregua degli strumenti atti a diagnosticare la celiachia, i cambi di rotta che investiranno entro breve la sfera diagnostica infantile si tradurranno in un risparmio di dolore e risorse per un enorme numero di piccini, dato che si stima che i soggetti realmente intolleranti al glutine in Italia siano circa 180 mila, ai quali si deve aggiungere un enorme numero di casi “sommersi”(cioè non ancora diagnosticati) che porta il totale alla soglia delle 400 mila unità.
Ben vengano dunque i nuovi esami del sangue e le nuove direttive atte a rendere meno traumatica la diagnosi di celiachia e chiarire definitivamente la natura del malessere che affligge spesso i bambini alle prese con prime pappe e lo svezzamento, a prescindere da fenomeni da autosuggestione o da lucciole scambiate per lanterne dai loro genitori.
Fonte: Emerge il Futuro