In un’epoca storica segnata da furti e rapine domestiche e da un costante sbiadimento di quel pollice verde che ci portava ad amare e nutrire orti e giardini, vivere ai piani alti è diventata una prerogativa di coloro che si rifugiano nei grattacieli per sentirsi sempre più distanti da malintenzionati e onerose incombenze.
Se vivere ai piani alti dei palazzi urbani possiede indubbiamente i suoi vantaggi, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori facenti capo al St Michael’s Hospital di Toronto giunge in queste ore a rompere le uova nel paniere a tutti gli amanti dei grattacieli, mostrando come i piani alti facciano spesso rima con gliaattacchi di cuore e con le inevitabili difficoltà di soccorso.
Secondo il gruppo di ricerca capitanato dal dottor Ian Drennan, la tendenza a vivere presso i piani alti degli edifici si tradurrebbe in un coefficiente di mortalità molto più alto, a seguito di un attacco di cuore, dato che per i soccorritori risulta spesso complicato raggiungere il paziente in tempo utile e cercare di trascinare il degente attraverso angusti vani di ascensore o infiniti piani di scale.
Analizzando nel dettaglio le modalità e le tempistiche relative ai soccorsi per circa 8 mila casi di attacco di cuore fatti registrare nella città di Toronto dal dicembre del 2007 al gennaio del 2012, i medici del St Miacheal’s hanno infatti potuto constatare un minor coefficiente di sopravvivenza per tutte le vittime che si trovavano a vivere presso i piani alti, secondo uno schema che vedeva le speranze di salvezza scendere al 2,6 % (contro il 3,8% complessivo) in caso la vittima abitasse ad un piano superiore al terzo.
Per far fronte alla problematica, i reparti di pronto soccorso si stanno attrezzando, cercando di installare impianti di defibrillazione anche ai piani alti, in attesa dei quali rimane comunque conveniente tenere costantemente monitorate le condizioni del proprio cuore, in caso di fattori di rischio, prima di trovarsi a rimpiangere persino i malintenzionati e quel pollice verde ormai piuttosto sbiadito.
Fonte: Emerge il Futuro