Per quanto il personale medico presente nelle maggiori strutture sanitarie sia composto logicamente da esseri umani e, in quanto tale, risulti soggetto ad errori e sbagli, al momento dell’ingresso in sala operatoria ogni malato fa affidamento sul fatto che i suddetti errori siano mitigati dalla presenza di intere equipe di laureti in medicina e che non risultino essere tanto macroscopici da esulare ampiamente dal regno delle fatalità.
Se nella maggior arte dei casi le cose procedono esattamente così, può anche accadere che un paziente affetto da una forma tumorale localizzata al rene destro entri in sala operatoria convinto di poter finalmente debellare il male e che esca invece con il rene malato ancora intatto e privo dell’unico organo, quello sinistro, che si trovava a svolgere le comuni funzioni relative al filtraggio del sanguesenza alcun problema o intoppo di sorta.
Il triste episodio è avvenuto presso l’ospedale di Vigevano, dove è andato in scena un inedito scambio di reni in sala operatoria che ha avuto come malcapitato protagonista unpaziente oncologico di 78 anni, costretto a subire la funesta amputazione a partire da una serie di errori iniziati presso un struttura esterna, che aveva compilato un referto radiologico quantomeno approssimativo,
Dopo aver constatato che il paziente non migliorava e che non risultava affatto guarito a seguito dell’intervento, i medici dell’ospedale di Vigevano hanno infatti deciso di svolgere ulteriori accertamenti in merito, scoprendo che il fatale errore era stato generato a partire da una diagnosi ambigua che indicava la presenza di masse tumorali in entrambi i reni e che avrebbe dunque tratto in inganno i chirurghi lombardi al momento dell’espianto.
Mentre è stata avviata un’indagine interna volta a chiarire reali responsabilità nella vicenda, il paziente è stato informato che verrà ampiamente risarcito per il danno subito, anche se, in ultima analisi, non esiste risarcimento possibile di fronte al maltolto e di fronte a ad un errore talmente madornale da non venire nemmeno preso in considerazione al momento dell’ingresso in sala operatoria.
Fonte: Emerge il Futuro