Persino gli amanti più incalliti di fritture e cibi “unti”, provano di tanto in tanto una sorta di pentimento dopo aver consumato pietanze che grondano olio e giungono a desiderare di poter assaggiare alimenti dal sapore analogo, ma dotati di un complesso calorico decisamente inferiore, senza magari doversi trovare costretti ad immolare i grassi sull’altare del gusto.
Dalla Thaliandia, dove l’obesità sta diventando una sorta di piaga sociale per via di una cucina tradizionale non esattamente asciutta come un fazzoletto durante un giornata di sole, giunge in queste ore la notizia di un’invenzione tanto semplice quanto geniale, che mira a ridurre l’impatto calorico e il coefficiente di grassi dei cibi più ricchi.
AsorbPlate consta infatti di un normale piatto da pietanza, munito di minuscoli forellini che vanno progressivamente a drenare gli oli in eccesso e ad asciugare il cibo senza comprometterne il sapore, riuscendo nell’intento di sottrarre circa 7 millilitri di grasso e 30 calorie ad ogni alimento servito, con un ingente risparmio in termini di linea e salute.
Grazie ad una struttura che ricorda molto da vicino quella della carta assorbente, AsorbPlate riesce infatti ad ottimizzare la presenza di circa 500 micro-fori per proseguire l’opera di asciugatura iniziata al termine della cottura e a porre rimedio a tutte quelle macchie di olio che sfuggono al colino, agendo sulla pietanza nel corso di quella fase di degustazione tradizionalmente associata ad un proverbiale “troppo tardi”.
Presto disponibile ad ogni latitudine, il piatto thailandese mira dunque ad intervenire sul coefficiente di obesità mondiale senza che vengano condotti troppi sforzi e senza che il rimorso per aver consumato cibi troppo unti si accumuli intorno al girovita, in qualità di imperitura memoria dell’errore commesso.
Fonte: Emerge il Futuro