Definita come il “male oscuro” del secolo corrente in base agli effetti prodotti sull’umore, la depressione clinica sta rapidamente uscendo dal novero delle eventualità per trasformarsi nella costante delle nostre vite, soprattutto in un’Italia dove incertezze e ansie di natura professionale giocano un ruolo di rilievo sulla normale produzione di neurotrasmettitori e ormoni.
Premesso che giungere ad una diagnosi univoca per la depressione appare spesso alla stregua di un azzardo e che per ogni caso accertato ne esiste almeno un altro supposto, le recenti stime di una ricerca presentata nel corso del 32°Congresso nazionale della società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) hanno mostrato come la patologia colpisca, almeno una volta nella vita, circa l’11,5% degli italiani, rivelando così un aumento di incidenza impensabile fino a pochi anni fa.
A soffrire di disturbi dell’umore che possono cronicizzarsi, se trascurati, fino a dare luogo ad autentica depressione sarebbero principalmente i soggetti di età superiore ai 65 anni, per i quali il male oscuro rappresenta una realtà piuttosto frequente, con punte di incidenza pari al 4,5% del campione censito, se riferite ad un ambito patologico dotato di una durata superiore alle due settimane nel corso di un anno.
In sostanza, cercando di inquadrare la depressione in base alla durata dei singoli episodi e fissando una soglia pari, appunto, a due settimane all’anno, i medici italiani hanno osservato che il fenomeno risulta molto più comune presso gli anziani che tra i bambini (2%) o tra gli adolescenti (4%).
Entrando nel dettaglio del campione statistico, si apprende inoltre che solo il 5% dei soggetti potenzialmente depressi è stato invitato ad una visita presso uno studio specialistico, mentre il 26% degli intervistati ha ammesso di aver consumato almeno una confezione di farmaci di tipo antidepressivo nel corso della sua vita.
Rapportando le stime ad un versante più pragmatico si apprende che, a fronte dell’esplosione (reale o supposta) dei casi di depressione, mancano ancora la consapevolezza nel nostro Paese riguardo ai pericoli della malattia e le normative in grado di regolare l’accesso al farmaco per i casi più gravi, di modo che la compresenza di fattori culturali e strettamente medici rischia di rendere sempre più oscuro un male già oscuro di suo, soprattutto in questo Paese.
Fonte: Emerge il Futuro