Inizialmente concepite come filosofie di vita da perseguire per garantirsi il corretto funzionamento delle funzioni organiche, le diete hanno ormai assunto lo status di moda alimentare, spesso contrassegnate da regimi sbilanciati da un punto di vista nutrizionale e finalizzati alla semplice, quanto temporanea, perdita di peso.
Distinguere una dieta valida da una inutile o addirittura pericolosa è diventata un’impresa piuttosto complessa e, nel tentativo di limitare fraintendimenti e incomprensioni, un nutrito gruppo di esperti e nutrizionisti facenti capo alla rivista Us news & world report ha effettuato una sorta di censimento delle diete più in voga, stilando infine una singolare top ten basata sugli effettivi vantaggi apportati dai regimi alimentari.
In vetta alla particolare classifica si è piazzata la dieta Dash (Dietary approaches to stop hypertension), ideata dagli esperti facenti capo al National Heart, Lung, and Blood Institute di Bethesda, nel Maryland e risultata ottima in virtù della sua comprovata capacità di mantenere sotto controllo i livelli relativi alla pressione sanguigna mediante il ricorso ad una dieta povera di tutti i fattori (sale in primis) in grado di produrre sensibili rialzi e di condurre in direzione di una condizione ipertensiva cronica.
Al secondo posto si trova la dieta ideata dal National Institue of Aging per contrastare l’insorgenza di patologie neurodegenerative, come l’Alzheimer, andando ad agire sui radicali liberi mediante un surplus di vitamine e antiossidanti funzionale a scongiurare l’eventualità.
Ampiamente promossa l’immancabile dieta mediterranea (al quarto posto), mentre è stata completamente bocciata la dieta vegana, classificatasi all’ultimo posto della graduatoria in virtù di una totale assenza di benefici e di quel corretto mantenimento delle funzioni organiche che fungeva da discrimine, in un’epoca ormai perduta, tra una filosofia di vita e una semplice moda partorita sull’onda emotiva dell’emulazione o della volontà di perdere peso.
Fonte: Emerge il Futuro