In virtù di un clima relativamente mite e temperato, di un’alimentazione varia e genuina e di un comparto sanitario all’avanguardia (nonostante i rumorosi casi di malasanità), l’Italia è tradizionalmente la nazione europea in grado di vantare la maggior aspettativa di vita e suoi abitanti possono fregiarsi di una longevità seconda nel mondo solo a quella dei Giapponesi, degli abitanti dell’isola di Macao e poche altre amene nazioni.
A causa di una concomitanza di fattori negativi in grado di incidere tanto sulla tenuta del tessuto sociale, quanto sui principi alimentari che fungono da collante per la nostra salute, pare tuttavia che l’aspettativa media della Penisola abbia subito una drastica frenata e che il 2015 abbia assistito, per la prima volta, ad un rallentamento di una crescita che era iniziata nel Dopoguerra ed era proseguita incessante per i settant’anni successivi.
In base alle stime esposte dal report curato da Osservasalute, il sopracitato 2015 si sarebbe accompagnato ad una diminuzione dell’aspettativa di vita pari a 0,2 anni per gli uomini e a 0,4 per le donne, facendo registrare una flessione rispetto all’anno precedente che risulta molto più marcata nel sud della Penisola, anche a fronte della presenza delle ormai mitologiche comunità di ultracentenari dislocate tra il Cilento e la Sardegna.
Il Sud italia, con la Campania in testa, è risultata infatti la porzione di Paese che ha fatto registrare il maggior numero di decessi prematuri sotto la soglia dei 70 anni e quella in cui un mix di fattori contrassegnato da una sorta di ritardo sanitario ormai divenuto endemico ha influito sulla mancata crescita dell’aspettativa di vita media a livello nazionale.
Ad influire sull’inaspettata decrescita vi è anche l’aumento medio del tasso di obesità e sovrappeso, dato che gli altri parametri censiti (livello di attività fisica, fumo e consumo di antidepressivi) hanno fatto registrare una condizione pienamente in linea con le statistiche abituali e denotato dunque come alla perdita dei valori alimentari che reggono a Penisola si accompagni necessariamente l’abbandono di quel primato invidiato da decenni in tutta Europa e in larga parte del mondo.
Fonte: Emerge il Futuro