Considerati troppo a lungo alla stregua di una problematica adolescenziale connessa con una fase transitoria dello sviluppo psichico e organico, i disturbi alimentari rappresentano in realtà un’autentica piaga sociale in grado di colpire, solo nel nostro Paese, circa 3 milioni di soggetti, per i quali il rapporto con il cibo si trasforma spesso in un incubo senza fine.
In occasione della quinta giornata dedicata al “fiocchetto lilla”, gli esperti di settore hanno voluto ribadire la necessità di un approccio tempestivo ed esaustivo di fronte al manifestarsi dei primi sintomi, atti a denotare la presenza di autentici disturbi neurologici riconducibili alla sfera alimentare, prima che il quadro clinico si aggravi e si cronicizzi.
Date le differenti sfaccettature legate ad anoressia e bulimia, risulta infatti sempre più complesso distinguere la presenza di una reale problematica già dalle sue prime fasi e giungere ad una diagnosi tempestiva del fenomeno in grado di dare il via al lungo e complesso percorso che conduce in direzione della guarigione del soggetto affetto.
A tal proposito, i medici intervenuti nel corso delle iniziative tenutesi nel corso della giornata dedicata, hanno ribadito la necessità di monitorare con attenzione il rapporto che lega i più giovani al cibo e alla percezione del proprio corpo, dato che i casi accertati di pazienti affetti da bulimia e anoressia già dagli 8 ai 9 anni paiono moltiplicarsi di anno in anno e dato che un intervento condotto in tenera età può spesso scongiurare il reiterarsi della patologia in età adulta.
Se una corretta diagnosi effettuata in età puerile si traduce in una percentuale di guarigioni stimata intorno all’80% dei casi trattati, la mancata attenzione verso le prime anomalie alimentari comporta spesso la successiva necessità di relazionarsi con pazienti adolescenti e adulti che hanno ormai radicato le proprie errate convinzioni e che tendono a rifuggire ogni sorta di aiuto, non ritenendo di essere vittime di un’autentica patologia.
In attesa che nuove ricerche mediche, incentrate sulla possibilità di monitorare anoressia e bulimia da un punto di vista biologico (mediante risonanza magnetica), giungano a semplificare diagnosi e terapia, è dunque importante ripristinare quel controllo domestico necessario a lenirne gli effetti e ad abbandonare la convinzione che prevede i disturbi alimentari alla stregua di una semplice fase adolescenziale e transitoria.
Fonte: Emerge il Futuro