Sul fatto che debbano esistere determinate condizioni di idoneità psico-fisica per il rilascio della patente di guida, non vi è dubbio alcuno; i dubbi cominciano a sorgere, casomai, quando si tenta di definire in modo troppo stretto le suddette condizioni, andando ad includere apnee e disturbi del sonno, nuova spada di Damocle che pende sulla testa dei guidatori italiani.
Stando a quanto afferma un recente decreto legge, varato il 22 dicembre scorso, l’Italia ha infatti deciso di allinearsi alla direttiva europea in materia di sicurezza stradale che prevede, appunto, il mancato rilascio e il mancato rinnovo della patente di guida per tutti coloro che soffrono di apnee notturne.
Partorito a partire da un’associazione di idee (non così ovvia) che prevede una maggior tendenza ad addormentarsi durante la guida presso tutti coloro che soffrono di disturbi del sonno, il decreto si traduce, a livello teorico, nell‘impossibilità di conseguire la patente in caso si soffra di comprovate apnee ostruttive, salvo in caso non si decida di sottoporsi alla cure mediche conformi a protocollo.
Se si considera che il numero di coloro che soffrono di apnee e disturbi del sonno nel nostro Paese è pressoché infinito e che la problematica arriva a coprire quasi il 50% dei maschi adulti, ne consegue che un’eventuale applicazione della direttiva europea alla lettera si tradurrebbe in una strage di patenti e in una conseguente impossibilità a spostarsi per un’enorme porzione di popolazione nostrana.
Pur convenendo con il principio ispiratore della legge e con la constatazione che prevede un numero di sinistri pari alle 20 mila unità che risulta ascrivibile a colpi di sonno e affini, la misura appare coumunque troppo drastica a chiunque, data l’evidente natura punitiva nella normativa europea; talmente stretta da suscitare legittimi dubbi sulla sua effettiva legittimità.
Fonte: Emerge il Futuro