Coloro che affermano che la conoscenza della reale natura di un problema implichi necessariamente una presa di coscienza utile alla risoluzione del medesimo, probabilmente trascurano quell’indispensabile elemento legato alla volontà di agire dal quale spesso passano i destini della scienza medica moderna.
Scoperta oltre tremila anni fa, la celiachia è rimasta confinata per millenni negli scaffali polverosi della medicina a causa della sua natura di patologia autoimmune e di quell’impossibilità postulata di giungere ad una piena guarigione che ha spinto la grande industria farmaceutica, alimentare e cosmetica a confinare i prodotti destinati ai celiaci in una ristretta nicchia di mercato.
Con l’avvenuto sdoganamento della patologia nel nuovo millennio si stanno tuttavia moltiplicando prodotti industriali e ricerche di soluzioni alimentari alternative, l’ultima delle quale risule incentrata sulla creazione di un particolare tipo di pasta privo di glutine in grado di non produrre quei fastidiosi aumenti ponderali dovuti alla sostituzione della lipo-proteina incriminata con altrettanti grassi saturi.
Un gruppo di ricercatori facente capo all’Istituto di Scienze degli alimenti e della nutrizione (Isan) dell’Università Cattolica di Piacenza è infatti riuscita a modificare l’impatto sull’indice glicemico di un particolare tipo di pasta senza glutine, andando a sostituire il comune impasto con un preparato a base di farina di fagioli in grado di assicurare la tenuta della cottura ed un livello calorico complessivo paragonabile a quello di una pasta “normale”.
In sostanza, se fino ad ora i prodotti alimentari dedicati ai celiaci risultano funzionali alla sfera gustativa, ma non a quella legata al mantenimento della linea, l’ideazione di una particolare pasta senza glutine basata sulla farina vegetale derivata dai fagioli, pare invece in grado di consentire un lento assorbimento dei principi nutritivi contenuti e di porre l’organismo al riparo da sbalzi glicemici, mantenendo per altro le proprietà organolettiche intatte.
In caso la particolare pasta venisse commercializzata, ne conseguirebbe un immediato vantaggio in termini di salute per tutti i soggetti che si trovano a soffrire dell’ormai diffusissima intolleranza al glutine e che devono spesso scegliere tra un piatto gustoso e la continua lotta con la bilancia.
Ricordando che ormai esiste comunque un immenso quantitativo di prodotti destinati ai celiacianche in ambito cosmetico (le celebri creme prodotte ad Abano Terme, ad esempio sono ottenute nel pieno rispetto di ogni forma di intolleranza cutanea ed alimentare), accogliamo dunque con gaudio e speranza l’ennesima scoperta che attesta come solo attraverso la volontà di intervenire è possibile far fronte a un problema secolare e come la conoscenza fine a sé stessa, serva solo ai cassetti polverosi della medicina moderna.
fonte: news.emergeilfuturo.it