A differenza di tutte le altre cattive abitudini legate ad alimentazione, abusi alcolici o assunzione di droghe, il fumo di sigaretta non risulta letale solo per chi liberamente sceglie di cadere tra le braccia del vizio, ma anche per tutti quei soggetti che si trovano a condividere il medesimo tetto con i fumatori, data l’altissima incidenza del fumo passivo nello sviluppo di svariate forme tumorali e l’ovvia impossibilità di sottrarsi alle perniciose particelle in caso qualcuno decida di fumare dentro casa.
L’abitudine di accendersi una sigarette tra le mura domestiche, magari proprio in camera da letto, coinvolge infatti circa il 20% degli Italiani e si riverbera in un’emergenza sanitaria recentemente paragonata addirittura all’ingresso in casa di un serial killer, dato l’enorme numero di vittime provocato dal fumo passivo e l’elevata incidenza oncologica delle microparticelle destinate a rimanere nell’aria per molto tempo dallo spegnimento della sigaretta.
Proprio mediante il ricorso alla veemente quanto suggestiva metafora dell’assassino seriale, gli oncologi riuniti a Napoli in occasione del convegno tematico Cto 2016 (Conferenza internazionale di oncologia toracica) hanno voluto lanciare un monito finalizzato alla rimozione del vizio tra le mura domestiche, mostrando come la percentuale relativa al 20% su scala nazionale subisca impennate in molte regioni di Italia fino a spingersi al 29% dell’Umbria e a decrescere invece dalle parti del Veneto, dove solo il 9% della popolazione locale fuma dentro casa.
Il canonico appello a smettere di fumare è stato dunque condito da un interessante corollario incentrato sulla pericolosità del fumo passivo, soprattutto in ambito femminile e sui rischi che si annidano nel dividere il tetto coniugale con un fumatore incallito, invitando caldamente tutti coloro che proprio non riescono da abbandonare il vizio delle bionde a consumare il loro effimero piacere lontano dai loro cari, come farebbero tristemente tutti coloro che si nascondono in presenza di una cattiva abitudine destinata a ripercuotersi solo sulla salute del singolo fruitore.
Fonte: Emerge il Futuro