Il modo in cui esami diagnostici e terapie specifiche vengono inseriti e rimossi dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) fornisce spesso uno specchi attendibile delle tendenze sanitarie in atto e di quell’ossessione governativa per un calo delle nascite che pare non avere fine da tempo immemore.
A fronte della scomparsa dalla lunga lista di esami rivolti alle cure ortodontiche, il Ministro Lorenzin ha infatti deciso di inserire nei Lea una serie di esami rivolti alla diagnosi e alla prevenzione dell’endometriosi, diffusa patologia a carico dell’apparato riproduttivo femminile che colpisce ogni anno milioni di cittadini e che può facilmente tradursi nella genesi di una condizione di infertilità irreversibile.
Dopo aver reso gratuita la quasi totalità degli esami prenatali in tutte le regioni d’Italia ed aver sdoganato agevolmente le pratiche in uso rivolte alla fecondazione assistita, il Ministero ha deciso di combattere la piaga di un’Italia senza figli andando ad agire direttamente sulle sue radici biologiche profonde e portando all’attenzione i pericoli che l’endometriosi comporta.
Patologia dalla natura ereditaria, l’endometriosi consiste in una crescita anomala dei tessuti extrauterini compresi nella zona anatomica definita come endometrio e provoca spesso una lunga serie di dolori e fastidi, difficili da ricondurre allo spettro della malattia e potenzialmente destinati a compromettere il corretto funzionamento delle facoltà riproduttive femminili.
Dato l’ampio spettro di incidenza della malattia, che si stima colpire circa 3 milioni di soggetti, la Lorenzin ha ritenuto opportuno sgravare gli esami specifici del loro costo al pubblico ed inserire nei Lea una patologia che, più di ogni altra, rende l’idea di quali siano le preoccupazioni di un Paese alle prese con problemi di infertilità e calo delle nascite.
Fonte: Emerge il Futuro