l modo migliore per sconfiggere le nostre paure consiste, con tutta probabilità, in quella che viene definita dagli psicologi come “terapia d’urto” e che risulta incentrata su una sorta di diretto contatto con la sorgente del nostro malessere, finalizzato a trasformare una minaccia sospesa in un pericolo reale da affrontare e debellare, una volta per tutte.
Spinti da considerazioni piuttosto analoghe, i responsabili della Società italiana di allergologia hanno deciso di rivoluzionare il tradizionale approccio ad una problematica in grado di trasformarsi in un’autentica epidemia stagionale, suggerendo a tutti i soggetti colpiti da allergia alle graminacee una rapida fuga in campagna, nel cuore stesso, cioè, di quel processo vitale che si riverbera quotidianamente in asma, riniti, e differenti forme di malessere psico-fisico.
Numerosi allergologi nostrani ritengono infatti che il potenziale nocivo di pollini e agenti allergenici risulti enormemente amplificato dalla presenza di quell’immensa cappa di smog che, avvolgendo i centri urbani, indebolisce le nostre vie aeree rendendole più vulnerabili e soggette di fronte all’attacco prodotto dalle spore, la cui azione non combinata con quella di polveri sottili o fumi di scarico risulterebbe quindi decisamente preferibile al particolare mix di sostanze infiammanti delle nostre città
Da un primo bollettino diramato durante quello che è purtroppo solo l’inizio di un lungo periodo in cui le allergie stagionali si abbattono sulla nostra salute come minute scuri, è emerso che circa sei milioni di Italiani si trovano ad aver già sviluppato un quadro sintomatologico di riferimento, destinato ad influire sulla qualità della vita umana e professionale dei soggetti allergici almeno fino all’arrivo dell’estate.
Compice un’ondata di caldo intenso, anomala per questo periodo dell’anno, il fenomeno dell’impollinazione ha assunto contorni ancor più evidenti e il numero dei pollini presenti in aria è aumentato a dismisura, andando ad intaccare la salute di coloro che si trovano costretti a convivere con problematiche respiratorie persistenti.
Oltre alla sopracitate fughe in campagna, gli allergologi nostrani raccomandano il ricorso a cure di tipo termali o comunque basate su principi naturali, relegadno l’azione dei cortisonici al minimo possibile, onde evitare di sviluppare fenomeni tipici della dipendenza, tali da trasformare la presunta terapia in autentico urto per le nostre mucose gastriche e per la capacità di resistenza all’elemento farmacologico.
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