Il sospetto che la televisione non rappresentasse esattamente una forma di intrattenimento congeniale ai più giovani era già sorto ai tempi dell’ideazione del tubo catodico e, con esso, la diffusa credenza che un abuso di programmi alla tv potesse danneggiare, in un modo o nell’altro, il corretto sviluppo delle facoltà cognitive.
A confermare un assunto ormai noto anche ai più anziani e a mettere in relazione la televisione con la perdita delle facoltà cognitive è giunta in questi giorni una ricerca condotta da un team di specialisti coordinato dalla dottoressa Tina Hoang, dell’Istituto della California del Nord per la ricerca e l’istruzione e dalla sua collega Kristine Yaffe, dell’Università di San Francisco.
Lo studio americano, pubblicato sulla rivista Jama Psichiatry, ha preso in esame un campione statistico pari a 3247 soggetti di età compresa tra i 18 e i 30 anni, andando ad osservare abitudini e attitudini dei volontari per un arco temprale pari a 25 anni, per poi mettere in relazione l’eventuale abuso di televisione durante l’adolescenza con la presenza di deficit cognitivi sviluppati agli albori dell’età adulta.
Incrociando i dati ricavati mediante un complesso sistema di interviste con gli esiti di svariati test attitudinali è emerso che coloro che erano soliti guardare la televisione per tre ore o più al giorno durante l’infanzia e l’adolescenza avevano fatto riportare punteggi nettamente inferiori rispetto ai loro coetanei che avevano invece preferito impiegare il loro tempo in modi più produttivi.
La ragione del danno alle facoltà cognitive arrecato dalla televisione risiede non solo nell’arcinoto potere ipnotico posseduto dall’apparecchio, ma anche nel fatto che i soggetti più propensi a trascorrere le giornate in compagnia del telecomando tendevano a praticare poca attività fisica, con conseguenze devastanti sull’intero organismo, cervello incluso.
Seppur condotto su semplice base statistica lo studio pare rafforzare quell’arcaica convinzione che prevede la televisione come mezzo privilegiato per “instupidire” le persone e dare conferma ad un sospetto talmente antico da risultare quasi scontato.
Fonte: Emerge il Futuro