Una recente ricerca condotta in Inghilterra ha mostrato come le maggiori concentrazioni di polveri sottili si annidino in prossimità delle lanterne semaforiche e come le continue soste forzate e ripartenze rappresentino l’incentivo per lo sviluppo di un’autentica camera a gas, in grado di rendere molto più pernicioso il semplice senso fastidio legato alla presenza della luce rossa.
Con l’intento di limitare al minimo indispensabile le emissioni di Co2 e di gas ad effetto serra in prossimità degli incroci regolati dai semafori, un’equipe di ricercatori facenti capo al Massachussetts Institute of Technology (meglio noto come Mit) di Boston sta ultimando laprogettazioni di particolari lanterne semaforiche “smart” in grado di limitare al minimo indispensabile le soste, in caso non sussistano le reali condizioni di traffico necessarie ad imporre uno stop prolungato.
I semafori “intelligenti” basano il loro funzionamento sull’elaborazione di un particolare algoritmo in grado di determinare il tempo di sosta utile, incrociando i dati rilevati relativi alle condizioni della viabilità e al numero di polveri sottili presenti nello spazio aereo soprastante al dispositivo, andando così ad ottimizzare la regolazione luminosa sulla base della duplice esigenza legata al traffico e ai livelli di inquinamento.
Un primo test effettuato mediante la simulazione delle condizioni di traffico abitualmente presenti nella città svizzera di Losanna ha mostrato come l’adozione di particolari semafori smart risulti funzionale ad abbassare i livelli di polveri sottili presenti nei grandi centri urbani, senza che l’introduzione del dispositivo comportasse rallentamenti nella normale viabilità della città virtuale.
Data l’incidenza dell’inquinamento sui cambiamenti climatici e sull’esplosione di patologie, ormai non più circoscritte ai semplici casi limite, un abbattimento delle polveri sottili potrebbe rapidamente risultare funzionale alla salvaguardia dell’eco-sistema e della salute umana, stretta nella duplice morsa legata a condizioni ambientali e ricorso a terapie farmacologiche invasive, ormai diventatelo standard terapeutico globale scapito di rimedi naturali di tipo termale e dell’attenzione al fattore prevenzione.
Ben venga dunque l’invenzione degli studiosi del Mit, la cui adozione pare realmente in grado di rendere le nostre città un po’ più vivibili e di restituire le soste forzate davanti ai semafori a quel semplice senso di fastidioso psicologico, probabilmente tedioso, ma decisamente non quanto una camera a gas.
Fonte:
http://news.emergeilfuturo.it/scienza-e-tecnologia/1617-ideato-un-semaforo-smart-contro-lo-smog.html