La cosa più divertente della medicina moderna consiste nel fatto che persino le scoperte più inutili e pericolose (il Prozac è sicuramente tra queste) rivelano la loro utilità ad anni di distanza dalla loro ideazione, in ambiti di ricerca completamente differenti da quelli nei quali erano state partorite.
Se, per tanto, l’invenzione del Prozac e l’assurda corsa alla prescrizione che ha caratterizzato l’America di pochi decenni or sono si è tradotta nella genesi di disturbi neurologici cronici e di altre poco simpatiche patologie, come la discinesia tardiva, pare che la diabolica molecola inventata dalla Eli Lilly per far fronte a molto presunti disturbi dell’umore, si stia rivelando efficace nella lotta ad alcune conseguenze patologiche sviluppate a partire dalla sindrome di Down.
Stando a recentissime ricerche, pare infatti che l’assunzione continuativa di fluoxetina riesca a frenare l’opera di distruzione neuronale prodotta dallo sviluppo della sindrome di Down e a salvaguardare un ingente numero di cellule cerebrali dalla loro prematura scomparsa, andando così a lenire gli effetti fisici e psicologici connessi con la patologia cromosomica.
Per sancire in via definitiva la bontà della particolare cura, verrà condotta una lunga sperimentazione su un gruppo di donne incinte alle quali è stata diagnosticata la presenza dell’anomalia nel feto; sperimentazione che coinvolgerà anche l’Italia, con la città di Napoli a fare da apripista ad una serie di test condotti su scala più ampia.
In caso i supposti effetti del Prozac, già testati in ambito animale, trovassero l’auspicata corrispondenza, si potrebbe agevolmente immaginare un quadro d’insieme in cui la sindrome di Down perderebbe via via i toni di condanna definitiva, per tramutarsi in una patologia più facilmente gestibile e tutto questo grazie ad una delle invenzioni più inutili e nocive mai prodotte dalla medicina moderna.
Fonte: Emerge il Futuro