Inizialmente percepita alla stregua dell’ennesima bufala allarmista, ideata da qualche sadico criminale che si diverte a lanciare farsi allarmi per la Rete, la notizia secondo la quale il sesso orale si trova in diretta correlazione con l’insorgenza di alcune forme tumorali a carico del complesso orofaringeo risulta invece assolutamente fondata.
Se il nesso tra il papilloma virus, microrganismo che si annida laddove non batte il sole, e un maggiore rischio di contrarre un tumore risultava essere ormai assodato, un recente studio americano è giunto a portare luce sulle modalità secondo le quali lo schema che connette il sesso orale e il cancro procede.
Una ricerca condotta dall’Albert Einstein College of Medicine di New York pare aver infatti attestato, senza ombra di dubbio alcuno, come la frequente pratica di attività sessuali per via orale conduca in direzione di un aumento medio della probabilità di contrarre un tumore alla bocca, alla gola o al collo pari al 22%; misura che colloca il sesso orale nel novero delle maggiori fonti di rischio, al pari dell’alcool e del fumo.
La ragione del nesso risiede nel fatto che la bocca possiede caratteristiche piuttosto simili a quelle dell’utero e che, per tanto, l’ingestione del famigerato e sopracitato papilloma virus provoca la proliferazione dell’agente virale all’interno del cavo orale, con conseguente danno apportato alla mucosa della bocca e della gola e potenziale sviluppo di mutazioni genetiche tali da porsi come terreno di insorgenza prediletto per il cancro.
Lo studio pubblicato su Jama Oncology si pone dunque come un solenne invito alla moderazione nei confronti di tutti quelle pratiche sessuali di tipo orale che vanno per la maggiore in una società di recente liberatasi di veli e tabù e che rischiano di tornare rapidamente in un ambito di segregazione, a causa di una notizia talmente bizzarra da apparire alla stregua di una bufala allarmista.
Fonte: Emerge il Futuro