Esattamente come accade per quel versante della tecnologia legato a “futili” utilizzi, affinché tac, apparecchiature per radiografie e risonanze magnetiche svolgano correttamente la loro funzione, occorre una revisione continua dei dispositivi e un aggiornamento in grado di portare il mezzo meccanico ad avanzare di pari passo con la ricerca scientifica.
Stando ad un recente censimento condotto dal Centro Studi Assobiomedica, pare che in materia di aggiornamenti il nostro Paese se la passi decisamente male e che, anche a fronte della presenza di istituti di ricerca che ci collocano tra le eccellenze continentali, permanga la tendenza a conservare macchinari e apparecchiature obsoleti e prossimi al limite dell’inservibilità.
Sarebbero infatti ben 6.400 le apparecchiature di varia natura che si troverebbero in uso nelle nostre strutture sanitarie senza più possedere i titoli per trovarsi lì, a causa di revisioni mancate o di aggiornamenti mai operati.
Lo spettro dei dispositivi in attesa di venire mandati in pensione è piuttosto ampio e comprende tanto macchine di tipo Pet (tomografia ad emissione di positroni), quanto risonanze magnetiche, passando per strumenti di tipo radiografico o mammografico dalla cui efficienza passa spesso una corretta diagnosi e la conseguente sopravvivenza del paziente.
Data la perenne penuria di risorse di un Ministero alle prese con nuovi Lea, tagli di personale e assunzioni rimandate alle calende greche, non stupisce più di tanto l’arretramento tecnologico di un Paese che rischia, in caso il trend non venga invertito, di trasformarsi nel cuore dell’obsolescenza europea e di costringere i suoi cittadini ad effettuare esami specialistici all’estero in caso di fondati ragioni o di imminente pericolo di vita.
Con l’auspicio che da qualche parte i soldi per rifare il comparto macchine alla Sanità italiana si trovino, non resta che sperare in una maggior efficienza della totalità delle nostre strutture, spesso costrette ad operare con dispositivi vecchi almeno quanto i primi telefoni cellulari o i computer risalenti ad una fase storica in cui l’attenzione ai futili utilizzi della tecnologia era decisamente minore.
Fonte: Emerge il Futuro