In base a quanto ci viene insegnato fin da bambini e alla più comune delle esperienze, i virus che provocano il fenomeno clinico definito come influenza stagionale necessitano di temperature piuttosto basse per proliferare e riprodursi, ragione in basse alla quali i picchi influenzali vengono collocati in prossimità delle rigide ferie invernali e dell’inizio del nuovo anno.
Stando ai recentissimi dati emanati fa Influnet, osservatorio italiano coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, pare invece che quest’anno, oltre ai canonici schemi meteorologici, siano saltati anche quelli legati alla diffusione influenzale e che l’ondata di caldo anomalo che ha investito al penisola dal 26 ottobre al 1 novembre scorso si sia tradotta in un’esplosione virale anticipata.
Nel periodo di riferimento sono stati infatti quasi 100 mila (per la precisione 96.900) gli Italiani contagiati dai ceppi virali influenzali e il fenomeno ha investito con particolare veemenza i bambini, più sensibili per loro natura agli sbalzi climatici a causa di vie aeree non ancora temprate e formate da una lunga storia costellata da influenze e raffreddori.
Mentre l’incidenza virale presso la fascia di età compresa tra 0 e 4 anni ha raggiunto la soglia di 2,24 casi ogni mille soggetti, gli esperti ricordano che la stagione è appena giunta al suo inizio e che sono da poco disponibili le tradizionali misure profilattiche(vaccino antinfluenzale in primis) atte a limitare diffusione e incidenza dei quattro ceppi che si abbatteranno con maggior virulenza da qui al mese di febbraio prossimo.
A fronte del calo vaccinale fatto registrare durante la stagione 2014/5, complice le polemiche e i sospetti sul farmaco distribuito da Novartis, i medici italiani hanno voluto invitare le fasce di popolazione esposte ad un rischio maggiore a ricorrere al vaccino, per la cui completa copertura è necessario attendere circa 15 giorni dalla sua inoculazione, onde evitare le complicazioni che potrebbero minare la salute di bambini, anziani e di tutti i soggetti con pregressa storia di patologie a carico delle vie aeree o dell’apparato cardiovascolare.
In caso abbiate dunque creduto che il caldo anomalo potesse risparmiarvi dai pericoli connessi con l’influenza, o magari procrastinare l’eventualità, i dati paiono dimostrare il contrario, seppur in piena antitesi con quanto ci è stato insegnato fin da bambini e con la nostra comunissima e raffreddatissima esperienza clinica.
Fonte: Emerge il Futuro