Per nostra stessa natura siamo portati, nel corso della vita, a commettere una serie di errori pienamente consapevoli, basandoci sull’assunto che il tempo giochi comunque a nostro favore e che avremo in un secondo tempo la piena facoltà di redimerci e di riparare alle nostre manchevolezze, mediante un repentino cambio di rotta da operarsi in un’epoca ancora indefinita.
Niente di più errato: da quanto emerge in base agli studi effettuati nel corso del progetto Early Birdpare infatti che ogni azione compiuta nel presente sia destinata a riverberarsi su una condizione di salute futura, lasciando poco spazio a correzioni e riconversioni dell’ultimo minuto in direzione di unostile di vita sano e funzionale.
Il lunghissimo studio compiuto dall’Università di Plymouth ha infatti seguito in ogni fase lo sviluppo di un gruppo di 300 bambini di 4-5 anni, andando ad analizzare nel corso dei 15 anni successivi quali fossero le implicazioni e le conseguenze delle abitudini alimentati conseguite durante le prime fasi della vita e se fosse dunque possibile istituire un rapporto di tipo deterministico tra i comportamenti infantili e lo stato di salute in età adulta.
Dal progetto denominato Early Bird è emerso in modo inequivocabile il ruolo che le abitudini acquisite durante l’infanzia giocano durante il corso della nostra vita: tutti i bambini presenti allo studio che già in età prescolare avevano imparato ad alimentarsi in modo corretto si ritrovavano alla soglia dei vent’anni pressoché privi di problematiche di tipo ponderale e metabolico e potevano vantare uno stato di salute invidiabile e invidiato di fatto da tutti bambini cresciuti invece a merendine e cibo spazzatura e diventati nel tempo giovani adulti sovrappeso o a rischio diabete.
La ricerca promossa dal Nestlé Institute of Health and Science, che si concluderà nel 2017, ha messo in luce in particolare l‘importanza di una sana alimentazione infantile nella costruzione di un metabolismo efficiente in età adulta: proprio dalle abitudini alimentari apprese durante la fase immediatamente successiva allo svezzamento pare infatti che dipenda la nostra capacità futura di avere un metabolismo di base “rapido” e in grado di proteggerci dall’insorgenza di malattie piuttosto diffuse come la sindrome metabolica o il diabete mellito.
L’invito è dunque quello ad educare i nostri figli ad uno stile di vita corretto fin dai primi anni e di imitare il ricorso ad alimenti confezionati e merendine ad occasioni sporadiche, cercando pe quanto possibile di abbandonare quell’antico assunto in base al quale un pentimento futuro cancellerà tutti i peccati di gola commessi in passato.
fonte: news.emergeilfuturo.it