A causa di retaggi post-bellici ben lungi dal terminare, numerosi genitori tendono a scambiare l’affetto dimostrato dai bambini con la loro tendenza a nutrirsi, ritenendo erroneamente che i piccoli esprimano la loro approvazione per le dinamiche familiari alimentandosi a dismisura e diventando via via sempre più rotondi e appagati.
In occasione dell’Obesity Day, domani 10 ottobre, gli esperti di settore sono recentemente intervenuti sul tema del sovrappeso e dell’obesità infantile, mostrando come l’accumulo di massa grassa in età infantile risulti difficilmente reversibile e come la nascita di una popolazione sempre più tondeggiante si traduca in costi sanitari elevatissimi.
Secondo le ultime ricerche, si stima infatti che i piccoli italiani si trovino ad essere i più paffuti d’Europa, con un 10% di bambini nostrani obesi e circa il 22,1% del totale in sovrappeso; misure che si traducono in un ulteriore aumento della percentuale in età adulta e in una tendenza in grado di spingere la nostra popolazione verso una condizione quasi endemica.
Il poco rassicurante quadretto si traduce in ogni anno in una spesa sanitaria complessiva pari a 22 miliardi di euro, dei quali la maggior parte viene investita per far fronte alle emergenze ambulatoriali originate dalla condizione di sovrappeso e da quell’ampio spettro di patologie che si genera a partire dal mancato raggiungimento di una condizione fisica ottimale.
Con l’intento di arginare la piaga, la giornata di domani vedrà dunque l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi) e il Ministero della Salute in prima linea, con oltre 500 dietologi schierati ungo l’arco della Penisola e intenti a fornire vademecum, questionari e informazioni utili la recupero del peso forma.
L’iniziativa si propone di combattere il fenomeno alle sue radici, mostrando ai più piccoli i benefici di un corretto comportamento alimentare e di una pratica sportiva moderata ma costante e magari cercando di illuminare, anche i genitori affinché non confondano più il cibo con l’amore, liberandosi così di quei retaggi post-bellici legati alla fame e alle perenni carenze alimentari.
Fonte: Emerge il Futuro