Inizialmente associato alla stereotipo evolutivo legato ad un abitante delle caverne privo di qualunque forma di razionalità concreta o della reale capacità di manipolare il mondo circostante e di modellarlo a sua immagine, l’uomo di Neanderthal, progenitore più prossimo alla nostra specie, sta in realtà rivelando una natura molto più complessa di quanto previsto dagli iniziali schemi antropologici e mostrando come il penultimo anello dell’umano evoluzione fosse molto più simile a noi di quanto previsto.
Una lunga e complessa ricerca condotta dalle università di Adelaide e di Liverpool, ha infatti mostrato come i nostri progenitori, non solo possedessero una dieta molto più varia e sofisticata di quanto postulato, ma come avessero già sperimentato con successo il ricorso alle prime embrionali forme fitoterapiche di antidolorifici e antibiotici, scoprendo ante-litteram le proprietà mediche presenti in alcune piante e dando vita ad una posologia ideata ad hoc per contrastare infiammazioni e infezioni di origine batterica, piuttosto comuni per il periodo, data la rudimentalità dei metodi di cottura delle carni.
Una dettagliata analisi condotta sulle placche dentali appartenenti ai resti dell’uomo di Neanderthal ha infatti evidenziato come i nostri antenati si trovassero in grado di variare tipologia alimentare a seconda della loro ubicazione geografica, di elaborare menù di tipo “vegetariano” o base di carne (muflone soprattutto) e di riconoscere il potere antibatterico, antisettico e analgesico di determinate piante, fino a riuscire a lavorarle ed usarle al bisogno.
Comparso sul pianeta Terra per un lasso di tempo relativamente breve, tra i 200 mila e i 40 mila anni fa, l’uomo di Neanderthal rappresenta forse il principale enigma in chiave evolutiva, data la pluralità di studi che pare ormai attestare come il nostro progenitore si trovasse molto più simile a noi di quanto postulato in sede iniziale e di quanto il mondo circostante cominciasse già lentamente a venire trasformato in base alle virtù e alle esigenze di quella specie che gettò le basi dell’evoluzione finale.
Fonte: Emerge il Futuro