In virtù di un potenziale infettivo decisamente elevato e di una latenza nell’organismo che ne rallenta la diagnosi, il batterio meningococco, responsabile della meningite che sta flagellando la regione Toscana da mesi, appare sempre più alla stregua di una piaga difficile da arrestare e potenzialmente in grado di tradursi in una catastrofe a livello endemico.
Dato che per assistere alla massiva opera di vaccinazione invocata dalla autorità sanitarie territoriali occorreranno molti soldi, tempo e pazienza, l’invito lanciato nelle ultime ore dal Ministero della Salute riguarda quella doverosa opera di prevenzione individuale che può quantomeno ridurre l’impatto della patologia in attesa che si giunga ad una soluzione definitiva della problematica per via medica.
Intervenuto sulla questione, il ministero ha infatti voluto lanciare un appello agli abitanti della regione e ai turisti che intendono visitare la zone, magari in corrispondenza delle festività pasquali, a limitare la presenza all’interno di luoghi affollati, soprattutto se si intende sostare per molto tempo all’interno di un locale chiuso dove il batterio potrebbe diffondersi rapidamente.
Pur non trattandosi logicamente di un monito vincolante, l’invito contenuto nella circolare ministeriale 5783 del 1 Marzo, rappresenta comunque un suggerimento rivolto a limare i possibili fattori di rischio ai quali va ad aggiungersi, secondo le stesse direttive emanate dal Ministero, il fumo di sigaretta e l’ingente consumo di bevande alcoliche.
Mentre il bollettino complessivo, dall’inizio dell’epidemia ha ormai superato la soglia dei 40 casi, portando la Regione a mettere in atto tutte le misure profilattiche del caso, pare che il contenimento dell’epidemia di meningite passi anche attraverso la capacità individuale di regolare i propri comportamenti e di sottoporsi a qualche rinuncia del caso in attesa che l’emergenza si trovi sotto controllo e che un deciso intervento clinico riesca a sradicare dal territorio la funesta presenza di un batterio piuttosto pericoloso, in quanto abile a diffondersi nei luoghi affollati e rimanere latente nell’organismo del soggetto colpito.
Fonte: Emerge il Futuro