Pur non essendo di per sé stessa una condizione patologica, la menopausa può trasformarsi in una condanna per tutte quelle donne che si trovano a dover convivere per oltre 30 con sbalzi ormonali e con un quadro sintomatologico destabilizzante, prodotto a partire dal termine del ciclo riproduttivo e dall’assenza di cure specifiche e non invasive.
In occasione del recentissimo focus tematico “Le donne e la menopausa”, un’indagine condotta da Gsk Italia ha dipinto un quadro a tinte fosche del fenomeno, mostrando come alla diffusa rassegnazione prodotta da vampate di calore, sbalzi emotivi e cefalee si accompagni spesso la volontà di trovare una soluzione in grado di limare l’impatto della problematica e di restituire alle over 50 la vitalità perduta.
Stando a quanto sostengono i responsabili della stessa casa farmaceutica autrice della ricerca, una possibile soluzione potrebbe giungere dall’assunzione regolare di una nuova molecola, denominata bazedoxifene, in grado ai annullare gli effetti collaterali della menopausa senza tradursi nella genesi di nuove problematiche di salute, come accade ora per quella terapia ormonale sostitutiva considerata alla stregua dell’unico rimedio possibile dal 5% delle donne italiane.
Andando ad agire sul recettore degli estrogeni presente nel corpo femminile e comportando un’ulteriore aggiunta di estrogeni naturali, il nuovo farmaco riuscirebbe infatti a stabilizzare i livelli ormonali presenti nell’organismo senza dare luogo a tutte quelle complicazioni, iperplasia endometriale in prims, che si associano tradizionalmente ai rischi connessi con le terapie di tipo classico.
Testata con successo su un gruppo di pazienti, la molecola ideata da Gsk potrebbe dunque rimpiazzare presto le cure, ormai obsolete, che accompagnano la menopausa e mostrare in via definitiva al Gentil Sesso come il superamento della soglia dei 50 anni non rappresenti affatto una condizione patologica in quanto tale.
Fonte: Emerge il Futuro