In caso ai nostri nonni (ormai divenuti emblemi di una generazione alle prese con guerre, povertà e carestie) fosse stato predetto l’avvento di una società talmente alle prese con ansia e stress da detestare persino il Natale, probabilmente le guerre mondiali non avrebbero mai avuto luogo ed un’ondata di ilarità avrebbe pervaso l’Europa per lungo tempo.
Lontano dalle preoccupazioni di una società protesa verso la sopravvivenza, ma vicinissima ad un’epoca segnata da apatia e opulenza, l’ansia da Natale esiste davvero e pare che colpisca addirittura un Italiano su due, per il quale lo stress provocato da cenoni, tombolate e regali è tanto intenso da valere una rinuncia alle festività.
Secondo quanto afferma un’indagine compiuta da Eurodap su un campione statistico pari a 1100 persone, lo stress connesso con i preparativi delle feste coinvolge il 70% degli Italiani e circa il 50% degli intervistati ritiene che la gioia del periodo festivo non valga l’agitazione provocata dal suo preambolo e salterebbe dunque volentieri a piedi pari il Natale.
L’invito rivolto dagli psicoterapeuti nostrani è logicamente quello a non farsi sopraffare da sentimenti negativi e a cercare di rendere l’atmosfera domestica serena e congeniale ai bambini, prime vittime di malumori e dei dissapori genitoriali in un periodo dell’anno che, almeno ai loro cocchi, dovrebbe apparire come il più giocondo dell’anno.
Permettendoci di aggiungere un piccolo e misero ulteriore consiglio, suggeriremmo di chiudere gli occhi e di pensare alle vicissitudini affrontate dai nostri nonni durante gli anni bui del secolo scorso, prima di imputare al Natale di essere una fonte di stress o addirittura il terreno di insorgenza per un qualunque disturbo neurologico.
Fonte: Emerge il Futuro