Per quanto, a seguito del tragico 13 novembre, tutti noi siamo diventati esperti di geopolitica e strategia militare, condurre una guerra reale (giusta o sbagliata che sia) comporta immensi costi in termini di vite umane e accade spesso che i soldati di ritorno dal fronte abbiano perduto per sempre la loro serenità, la gioia di vivere o persino parti anatomiche, come il pene, che definivano appieno al loro mascolinità.
Se la tragica eventualità non viene spesso vagliata al momento della chiamata alle armi, il dipartimento della difesa americana ha recentemente stimato che, nel corso delle ultime guerre combattute con operazioni via terra, 1367 soldati hanno riportato ferite ai genitali, molte delle quali in grado di compromettere definitivamente funzionalità e estetica dell’apparato riproduttivo maschile.
Con l’intento di restituire la mascolinità perduta ad un giovane reduce dell’Afghanistan, i medici facenti capo alla John Hopkins University School of Medicine hanno recentemente annunciato di voler procedere con un trapianto integrale di pene, battendo così una strada percorsa due sole volte dalla medicina, una delle quali culminata, tra l’altro, con un solenne fallimento dovuto a crisi di rigetto dell’arto.
Prendendosi tutti i rischi del caso, i medici capitanti dal dottor Andrew Lee hanno dunque annunciato dalle colonne del New York Times di voler tentare un intervento destinato a durare circa 12 ore, per restituire al giovane soldato parte di quanto perduto in guerra, facendo leva sul fatto che l‘uretra del 20enne si trovi ad essere ancora intatta e che risulti possibile impiantare un nuovo tessuto e procedere con la vascolarizzazione necessaria a ripristinare le funzioni venute meno.
Con la speranza che l’operazione riesca nel suo intento e che il giovane possa trovarsi con un nuovo pene, occore constatare come le sfide che si pongono di fronte alla chirurgia, in un’epoca storica segnata da conflitti e terrorismo, appaiono sempre più complesse e sempre più distanti da quelle che accompagnano il nostro modesto ruolo di strateghi e generali del Web a seguito dei drammatici eventi del 13 novembre scorso.
Fonte: Emerge il Futuro