La normali misure di profilassi relative ad infezioni virali e batteriche, come la meningite di tipo c, impongono la massima allerta per tutti coloro che si sono trovati malauguratamente a frequentare gli stesi luoghi del soggetto contagiato nelle ore antecedenti all’effettivo sviluppo della malattia.
Se di solito risulta relativamente semplice circoscrivere il focolaio di infezione a bar, locali e pizzerie, desta maggiori preoccupazioni in queste ore il caso di una donna di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, colpita da meningite e potenzialmente in grado di estendere lo spettro del contagio a causa della sua natura di pendolare sui mezzi pubblici.
La vittima dell’infezione era infatti solita recarsi in treno presso il suo luogo di lavoro, ubicato nella località di Montelupo Fiorentino con cadenza quotidiana e la giornata antecedente al contagio non ha rappresentato un’eccezione, portando così le autorità sanitarie toscane a diramare un allarme presso tutti i pendolari che sono potuti entrare in contatto con la paziente sul medesimo scompartimento nelle giornate comprese tra il 26 gennaio e il 4 febbraio, sulla tratta ferroviaria compresa tra le stazioni di Sandonnino e Montelupo.
In una regione Toscana alle prese con il cinquantesimo caso di meningite dall’inizio dell’epidemia e con una scarsa reperibilità dei vaccini anti-meningococco che potrebbe riverberarsi in un aumento dello spettro patologico, il caso della pendolare colpita getta ulteriore sconforto in un’area geografica flagellata, per oscure ragioni, da un aggressione batterica che pare lontana dal vedere la sua fine e dal curarsi di quelle normali misure profilattiche ideate per salvare la vita a milioni di persone.
Fonte: Emerge il Futuro