Se fino a qualche decennio fa era più che legittimo immaginare uno scenario in cui la denutrizione si sarebbe posta alla stregua del killer silenzioso di un enorme numero di Italiani alle prese con le contingenze post-belliche, pare che il nostro Paese sia ora vittima dell’estremo opposto, con un numero di soggetti sovrappeso e obesi che lievita di anno in anno, almeno quanto il girovita medio della Penisola.
Stando a quanto esposto da un recente censimento Istat incentrato sulle condizioni di salute dei nostri concittadini, pare infatti che si registrino ogni anno circa 100 mila nuovi casi di obesità in Italia e che il versante legato alla condizione clinica definita come sovrappeso cresca di 200 mila unità ogni anno, facendo salire la stima dei soggetti collocati al di fuori dei parametri ponderali ottimali fino ai 27 milioni di unità.
Rapportando la cifra al totale della popolazione italiana si evince che poco meno del 60% dei soggetti in età adulta risulta essere affetto da problematiche di peso potenzialmente destinate a tradursi nella comparsa di stati patologici legati al diabete, ad infarti e ictus e al possibile sviluppo di tutte quelle forme tumorali che trovano proprio negli aumenti ponderali il loro substrato fertile.
Paradossalmente, anche a fronte di un numero di residenti piuttosto ridotto, la regione italiana a vantare il più alto tasso di sovrappeso e obesità risulta essere quel Molise in cui pasta e salsicce vanno per la maggiore, portando la popolazione della picola regione a raggiungere un picco statistico relativo ad eccessi ponderali di varia natura pari addirittura al 64,8%.
Mentre dietologi ed esperti si trovano attualmente alle prese con l’ideazione di una nuova categoria farmaceutica che promette di ridurre l’impatto della fame e l’accumulo di massa grassa nell’organismo, il consiglio è logicamente quello di cercare di svolgere una moderata attività fisica, utile a lenire gli effetti di quegli eccessi alimentari ormai divenuti una costante degli ultimi decenni, a seguito del superamento della ansie post belliche.
Fonte: Emerge il Futuro