Fino a poco tempo, l’appartenenza al genere maschile comportava una lunga serie di vantaggi su un piano squisitamente fisico, destinata a compensare le evidenti carenze in materia di seduzione e pazienza (virtù tutta femminile per eccellenza): essere uomini significava infatti poter scampare alla tortura mensile rappresentata dal ciclo mestruale; riservare le fatiche del parto alla dolce metà e poter vantare un invidiabile stato di salute dell’apparato scheletrico, anche in età avanzata.
Se per quanto riguarda i primi due fattori, la sopraggiunta parità dei sessi può farci gran poco, pare invece che l’osteoporosi, problematica ritenuta per decenni appannaggio del gentil sesso, stia rapidamente traslocando in direzione del cromosoma XY, andando ad interessare una vastissima fascia di popolazione tutta maschile.
Stando a quanto si evince da una recentissima intervista rilasciata dalla dottoressa Maria Luisa Brandi, endocrinologa presso l’università di Firenze e presidente della Firmo (Fondazione italiana ricerca sulle malattie dell’osso) al Corriere della Sera, più che di un autentico trasloco si tratterebbe in realtà di un errato pregiudizio culturale, dal momento che, seppur in aumento, i casi di osteoporosi maschile non mancano certonella letteratura medica dell’ultimo secolo.
Secondo il parere dell’esperta, oltre un terzo delle fratture a carico del femore in età avanzata riguarderebbe infatti individui di sesso maschile e le problematiche derivanti dalla fragilità ossea, sebbene meno frequenti, comporterebbero un più elevato tasso di rischio legato alla mortalità nel periodo immediatamente seguente alla rottura.
La sottovalutazione di una problematica che riguarda un soggetto su cinque nella fascia di età superiore ai 50 anni, ha sicuramente contribuito alla rapida crescita del fenomeno e ad una mancata prevenzione delle cause scatenanti in grado di arginare la patologia.
Una particolare attenzione ai segnali ormonali lanciati dal corpo maschile avviato sul viale del tramonto può infatti giocare un ruolo decisivo nella lotta all’osteoporosi, dal momento che la correlazione tra la fragilità dell’apparato scheletrico e il deficit di testosterone legato all’ipogonadismo appare sempre più evidente.
Con l’intento di fatare luoghi comuni e falsi miti, la Giornata Mondiale dedicata all’Osteoporosi del 20 ottobre prossimo, porrà l’accento sul versante a maschile della prevenzione, andando ad illustrare nel dettaglio, attraverso numerosi stand informativi, quelli che sono i pericoli e le problematiche connesse con la fragilità ossea del mondo maschile.
Se dunque, avete ritenuto di possedere una qualunque forma di super potere derivante dal semplice possesso dei celeberrimi attributi, è forse giunta l’ora di ricredersi e di iniziare a cogliere d’anticipo l’insorgenza di problematiche dalle molteplici complicazioni: per quanto riguarda ciclo mestruale e dolori del parto potete invece continuare a dormire sonni tranquilli, anche se il futuro della parità di genere non è ancora scritto.
fonte: news.emergeilfuturo.it