Per quanto gli effetti prodotti dal morbo di Parkinson sull’organismo umano risultino tristemente evidenti e visibili, la malattia gode in realtà di una lunghissima fase di latenza difficile da diagnosticare, durante la quale i danni riportati dal cervello non possiedono alcuna tipologia di indicatore e non producono nessun tremore alle estremità.
Con l’intento di cogliere la patologia sul nascere e di consentire una piena diagnosi prima che risulti troppo tardi per intervenire, alcuni ricercatori facenti capo alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sono riusciti a mettere a punto una sorta di braccialetto smart che consente l’identificazione delle prime alterazioni motorie utili a denotare l ‘avvenuta contrazione dalla patologia e a permettere così un intervento tempestivo in sede terapeutica.
Grazie alla presenza di anelli inerziali che compongo la struttura del bracciale, il dispositivo riesce a rivelare con precisione pressoché assoluta la quantità e la qualità dei movimenti generati nelle estremità e a lanciare il doveroso campanello d’allarme in caso le dita inizino a tremare in modo anomalo oppure sopraggiunga quella rigidità degli arti che costituisce l’altra faccia della malattia.
Vincitore del premio Inemo design challenge, il braccialetto smart è già stato testato con successo presso un campione statistico pari a 250 soggetti, 150 dei quali risultavano già affetti da morbo di Parkinson, rivelando le sue doti nel distinguere la presenza di anomalie rispetto ad una condizione “normale” che definiva invece le facoltà motorie dei volontari sani presenti al test.
Tranquillamente utilizzabile anche lontano dalle strutture mediche di riferimento e in assenza di uno specifico controllo medico, il bracciale made in Italy rappresenta una nuova arma contro quella subdola patologia che si manifesta in modo palese ed evidente solo quando è ormai troppo tardi per intervenire e le terapie in uso si limitano ad un contenimento dei danni motori.
Fonte: Emerge il Futuro