La balcanizzazione delle norme sanitarie su base regionale ha prodotto un curioso scenario in cui basta percorrere pochi chilometri per incappare in sanzioni, nonostante il viaggio fosse iniziato nel pieno rispetto delle regole in vigore nella regione di partenza, soprattutto quando le regole in questione riguardano il bestiame e si fanno via via ancora più confuse.
L’eventualità, gran poco astratta, si è concretizzata pochi giorni fa sulle spalle di Massimo Freddi, pastore divenuto celebre per aver ricevuto una colossale multa, pari a 12 mila euro, in quanto le sue pecore non erano in regola con le norme che definiscono l’ambito delle vaccinazioni in Emilia Romagna, benché lo fossero nella vicina Lombardia.
Dopo aver varcato i confini del Po, portandosi al seguito un gregge composto da 600 pecore “tosaerba”, deputate cioè a brucare i prati locali con l’intento di ripulirli dalle impurità, il signor Freddi ha scoperto che quei medesimi ovini rapidamente diventati l’attrazione principale delle campagne estensi non si trovavano in regola con la vaccinazione contro la brucellosi ed erano per tanto passibili di un’ammenda di 20 euro a testa.
Piuttosto incredulo, dato che l’allevatore aveva sottoposto i capi di bestiame a tutte le misure sanitarie necessarie, il 38enne bresciano si è così ritrovato a pagare a caro prezzo la scampagnata in direzione di Ferrara e a domandarsi se nella ridente Emilia-Romagna non siano stati un po’ troppo scrupolosi nei confronti delle sue pecore, toccando così di persona quella strane regole anche impone la massima attenzione alle norme sanitarie in vigore in ogni regione italiana, dove la balcanizzazione sanitaria ha prodotto brutture e squilibri.
Fonte: Emerge il Futuro