La differenza tra i medici e gli sportivi consiste nel fatto che i primi risultano essere una fonte attendibile in materia di informazione sanitarie, mentre i secondi ci appassionano per la loro abilità nella disciplina di riferimento, ma risulta evidente a chiunque che i due mondi si trovano difficilmente correlati tra loro e che l’attendibilità di un giocatore di basket in materia di diffusioni virali è paragonabile alla capacità di un pediatra o di un ginecologo di fare canestro, quindi praticamente nulla.
Non stupisce quindi che, in previsione delle prossime Olimpiadi di Rio, numerosi atleti decidano di boicottare i Giochi o si prodighino in solenni sparate prive di alcun fondamento scientifico, l’ultima delle quali quali prodotta dal campione iberico di basket Pau Gasol, disposto a congelare il suo sperma per paura che il virus Zika possa renderlo sterile.
Ancora dubbioso se partecipare o meno al torneo olimpico di basket, Gasol ha infatti sostenuto che la sua partecipazione a Rio 2016 è vincolata ad un’operazione di salvaguardia della sua ipotetica prole che comprende, appunto, il congelamento e la conservazione del liquido seminale, di modo che, se una zanzara infetta dovesse malauguratamente pungerlo nel villaggio olimpico, il campione si sarebbe comunque garantito la possibilità di avere figli.
Mentre le autorità sanitarie ribadiscono a gran voce che i rischi di contrarre il virus Zika nel corso delle prossime Olimpiadi sono pari a zero e che non esiste nessun motivo serio in grado di spingere gli atleti a rinunciare all’ambito traguardo di una vita intera, occorre ricordare al signor Gasol che, anche in caso di fortuita contrazione della patologia, le possibilità di rimanere sterile sono ancor più prossime allo zero, dato che nessuno al mondo ha mai preso in considerazione l’ipotesi nemmeno per sbaglio e che eventuali problematiche (anch’esse piuttosto supposte) riguarderebbero la salute delle donne incinte, categoria nelle quale il cestista non potrebbe rientrare nemmeno volendo.
Con la speranza che i prossimi Giochi non si trasformino in una manifestazione mutilata da abbandoni e boicottaggi sul modello della Guerra Fredda, l’augurio è che i grandi campioni inizino a dare retta alle autorità sanitarie, prima di dover assistere ad un bizzarro torneo in cui pediatri e ginecologi sono costretti a rimpiazzare sotto canestro gli atleti per via della loro assenza.
Fonte: Emerge il Futuro