Per quanto i trapianti di cellule staminali rappresentino effettivamente il campo di indagine del futuro, le cellule staminali non rappresentano al momento la panacea di tutti i mali, come si tende erroneamente a credere, ed un loro utilizzo al di fuori degli ambiti di competenza specifici e dei criteri di sicurezza fissati come minimi potrebbe rivelarsi estremamente controproducente e provocare lesioni molto più gravi di quelle originate a partire dalla patologia che si intendeva curare.
A testare sulla sua pelle la triste eventualità è stato un cittadino americano di 66 anni, di nome Jim Gass, che dopo aver contratto un ictus ha avuto la poco brillante intuizione di porre rimedio agli effetti collaterali della sua patologia affidandosi ad una clinica “miracolosa” messicana che prometteva il ripristino integrale delle facoltà cognitive e motorie perdute mediante appunto l’innesto di un gruppo di cellule staminali, pronte a rimpiazzare il patrimonio organico perduto a seguito dell’attacco.
Oltre a non avere assolutamente posto rimedio alla condizione iniziale, il signor Gass si è trovato, dopo aver subito il trapianto, a soffrire sempre più per via di nuove problematiche motorie, fino a rimanere completamente paralizzato e incapace di compiere i più comuni movimenti, dato che le staminali, trapiantate in modo piuttosto casuale, avevano dato origine a nuovi agglomerati cellulari in corrispondenza della spina dorsale, bloccandone le modalità di trasmissione proprio come farebbe un comune tumore.
In sostanza, la cellule maldestramente impiantate nel paziente hanno rapidamente cominciato a replicarsi e riprodursi all’interno del corpo, fino a dare origine ad una massa solida maligna che è andata ad ostruire il canale di comunicazione presente tra cervello e arti inferiori proprio in corrispondenza della spina dorsale, lasciando il povero signor Gass completamente paralizzato.
La vicenda descritta sul New England Jounral of Medicine si pone dunque come un monito per tutti coloro che desiderano affidare la loro salute nelle mani di presunti specialisti non autorizzati o di santoni delle staminali e mostra come l’ambito di ricerca specifico sia ancora ben lungi dal rappresentare la proverbiale panacea di tutti i mali, soprattutto se non ci si prende la briga di distinguere tra realtà e leggenda prima di iniziare la terapia.
Fonte: Emerge il Futuro