Le resistenze italiane alla direttiva europea che imponeva l’abbandono dell’obbligo di prescrizione per la pillola del giorno dopo erano sostanzialmente dettate dal timore che le ragazze più giovani potessero incautamente abbandonare il normale uso dei contraccettivi per votarsi in direzione di un rimedio che, se non esattamente abortivo, rappresentava comunque una potenziale minaccia all’organismo, soprattutto se assunto con frequenza.
Giusto per taglaire la testa al metaforico toro e alle sue infinite diatribe, l‘Aifa ha stabilito che la pillola del giorno dopo potrà essere dispensata senza l’obbligo di ricetta a tutti i soggetti in età adulta, mentre il vincolo medico rimarrà per le minorenni, fungendo così da deterrente di fronte ai rischi di un possibile abuso.
A seguito dell’omologo via libera concesso ai farmaci base di Ulipsirstal, noti come “pillola dei cinque giorni dopo”, l’Agenzia italiana del farmaco ha infatti revocato l’obbligo anche per i medicinali basati sulla molecola Levonorgestrel, i cui effetti sono conosciuti, appunto, per la capacità di interrompere l’ipotetica gravidanza già dal giorno successivo al concepimento.
Data la straordinaria natura del provvedimento, al pillola del giorno dopo non verrà dunque assimilata tout court ai farmaci di banco (dato che, in parte, l’obbligo sussiste tutt’ora) e non invaderà gli scaffali dei supermercati come temevano coloro che si sono opposti fino all’ultima alla caduta del divieto.
Tutte coloro che hanno compiuto il diciottesimo anno di età e ritengono di avere ragioni fondate per accedere la farmaco potranno quindi da ora presentarsi in farmacia ed ottenere la pillola previa esibizione di un documento di identità, senza più il timore che le giovanissime scambino quello che è di fatto un rimedio per un metodo contraccettivo low cost.
Fonte: Emerge il Futuro