Data l’evidente urgenza con cui si accede al servizio, le strutture di pronto soccorso dovrebbero essere quelle maggiormente attrezzate a far fronte al vasto novero di imprevisti che possono accadere, soprattutto per quanto riguarda quel versante pediatrico in cui strane patologie e piccoli traumi rimangono sempre in agguato dietro l’angolo per turbare la serenità domestica.
Una recente indagine, condotta in occasione del venticinquesimo anno dalla fondazione della Società italiana di Medicina, di Emergenza e Urgenza pediatrica (Simeup), ha tuttavia mostrato una sostanziale carenza in materia, rivelando come il 38% dei pronto soccorso italiani non si trovi provvisto dell’adeguata copertura pediatrica e si trovi ad essere tristemente poco a misura di bambino.
L’ampio censimento delle strutture mediche d’emergenza italiane ha infatti rivelato che, in oltre un pronto soccorso su tre, viene spesso a mancare la presenza della guardia medica di riferimento per via di oneri legati alla turnazione, il che si traduce nell‘assenza di personale specificamente abilitato a trattare le emergenze patologiche o traumatologiche che investono l’universo infantile, delegando il compito a medici e infermieri formati per far fronte a vicissitudini sanitarie molto più generiche e poco specifiche.
Lo stesso presidente della Simeup, Riccardo Lubrano, ha voluto sottolineare come questa situazione si riverberi sulle condizioni delle emergenze sanitarie infantili, in quanto il bambino necessita di un approccio medico e psicologico differente rispetto a quello di un adulto, data la sua difficoltà di comunicare con esattezza il quadro sintomatologico di riferimento e dato l’enorme carico di apprensione che può interferire con il processo terapeutico.
Obiettivo dichiarato dell’indagine è dunque quello di giungere ad un’estensione dei pronto soccorso pediatrici in tutta la Penisola e di abilitare la totalità delle strutture italiane per far fronte alla duplice emergenza, dato che i bambini risultano tristemente essere i frequentatori privilegiati delle strutture mediche d’emergenza e che i pericoli sono sempre in agguato, persino tra le mura domestiche.
Fonte: Emerge il Futuro