Per quanto le vaccinazioni rappresentino l’unica arma di difesa nei confronti di aggressioni virali e batteriche, il loro livello di copertura non è mai totale e può accadere che un ragazzo di 23 anni si trovi ricoverato in un reparto di terapia intensiva per aver contratto la Meningite C nonostante si fosse sottoposto alla comune profilassi anti-meningococco.
L’episodio ha avuto luogo nei giorni scorsi nella località di Bagno Ripoli in provincia di Firenze e ha avuto per protagonista un ragazzo di soli 23 anni, ennesima vittima dell’aggressione batterica che sta funestando la regione da mesi e che si è recentemente tradotta nel decesso di una signora di 65 anni.
Nonostante il ragazzo si fosse sottoposto a vaccinazione nel corso del 2008, non è stato possibile evitare il contagio a causa di una serie di fattori, ancora in parte da chiarire, riconducibili alla sopracitata assenza di copertura totale e all’abbassamento delle difese immunitarie, magari favorito dalla contrazione di una banale influenza, che rende possibile l’ingresso del batterio all’interno dell’organismo, vanificando così l’opera di prevenzione.
Mentre l’Asl locale avverte che per alcuni particolari soggetti il vaccino contro il meningococco potrebbe non rivelarsi efficace, l’invito della autorità sanitarie è quello a sottoporsi a tutti i controlli di routine in caso si sia entrati in contatto con il giovane paziente o si siano frequentati gli stessi luoghi (in particolare il The Lion’s Fountain Irish Pub di Firenze) nelle ore antecedenti alla diagnosi, data la tendenza del batterio a diffondersi piuttosto rapidamente per via aerea.
Con la speranza che l’emergenza legata alla Meningite di tipo C cessi il prima possibile e che la Toscana torni presto a respirare, l’episodio occorso nei pressi di Firenze non cancella, naturalmente, la necessità di ricorrere al vaccino contro la patologia, dato che rappresenta l’unica arma per impedire una totale epidemia, anche a fronte di qualche nefasto caso in cui qualcosa è andato storto.
Fonte: Emerge il Futuro