Se la maggior parte degli esseri umani decidono di procreare per amore dei bambini e del desiderio di famiglia, esiste un ristretto numero di individui per i quali i figli non sono altro che un veicolo utile a diffondere il proprio patrimonio genetico nel mondo e la procreazione non è che una sorta di scambio cromosomico da ripetere più volte possibile per garantirsi un posto in prima fila nel futuro.
In caso esistesse un riconoscimento ufficiale o un premio rivolto al genitore più prolifico (e meno amorevole) del mondo, ad aggiudicarsi la palma d’oro sarebbe probabilmente il signor Simon Watson, cittadino inglese di 41 anni che ha deciso di vendere il suo sperma su Facebook e che oggi vanta una prole pari a circa 800 figli, i cui volti e i cui nomi restano logicamente ignoti persino allo stesso autore della bizzarra trovata.
Nel corso di una recentissima intervista realizzata dalla televisione britannica, il signor Watson ha infatti confessato il suo inconfessabile segreto alla conduttrice Victoria Derbyshire, vantandosi di aver sfruttato canali non del tutto ufficiali e non del tutto leciti per bypassare le norme vigenti in materia di donazione di sperma e di fecondazione assistita.
Oltre ai sopracitati 800 figli disseminati per il globo terrestre, divenuti fiori all’occhiello di un’esistenza evidentemente priva di altre soddisfazioni, mister Watson è per giunta riuscito ad arricchirsi, dato che il suo “prezioso” sperma è stato venduto per la ragguardevole cifra pari a 50 sterline per donazione, il che, moltiplicato per 80 volte, si traduce in un massimo guadagno a fronte di un minimo sforzo.
Premesso che le donazioni fai-da-te di gameti andrebbero vietate e sottoposte a rigide controlli, onde evitare la diffusione a macchia d’olio di eventuali patologie genetiche o cromosomiche, sfugge in questa sede la ragione che spinge il signor Watson a compiacersi dei suoi 800 sconosciutissimi figli, ma forse, la ragione di tanto ardore è da ricercarsi proprio in quella strana perversione che ci spinge a procreare solo per tramandare il nostro patrimonio genetico ai posteri, come se il futuro non potesse fare a meno di noi e delle nostre caratteristiche intime.
Fonte: Emerge il Futuro