Belle o brutte che siano, le tasse sono state ideate per garantire un numero corrispondente di servizi di modo che, soprattutto in ambito sanitario, il preliveo forzato sugli stipendi, sui redditi e sui beni immobili si traduce in un accesso garantito alle cure del caso, senza oneri aggiuntivi di sorta, fatta eccezione per quelli derivanti dal sistema dei ticket.
Stando a quanto sostiene il recentissimo Rapporto dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, redatto da Cittadinanzattiva, pare tuttavia che qualcosa sia andato storto e che al quantitativo di tasse erogate non corrisponda affatto un accesso ai servizi sanitari semplificato, ma addirittura maggiori impedimenti nel percorso che conduce il cittadino in direzione della cura.
Il Rapporto ha infatti evidenziato come l’aumento medio della spesa pubblica pro capite si traduca in liste di attesa interminabili, in ticket più alti e in disservizi di varia natura, con un numero sempre crescente di cittadini che si rivolge al tribunale dei Diritti del Malato per sapere dove sono finiti i proventi delle sue tasse a fronte di tanta disorganizzazione.
La situazione, già di per sé complessa, si aggrava in virtù di un carico di sfiducia complessivo che ha visto nel corso del 2015 circa 2,7 milioni di persone rinunciare alle cure per motivi economici, non potendo far fronte agli oneri derivanti da strutture private e non volendo sottoporsi a quell’infinita trafila burocratica prevista dal comparto pubblico e da quel sistema di ticket percepito come un labirinto senza uscita dal paziente medio.
Permangono infatti le oggettive difficoltà di capire quali esami risultano rimborsabili e quali no, in base alla continua balcanizzazione su base regionale della sanità che ha dato vita ad un sistema in cui in determinate aree geografiche risultano gratuite le prestazioni ai disoccupati o a chi possiede un figlio a carico, mentre in altre ci si domanda semplicemente che fine abbiano fatto le tasse versate, una volta che si trova davanti ad uno sportello.
Fonte: Emerge il Futuro