Ogni volta che ci tocca in sorte di doverci sottoporre ad un consulto medico o ad una delicata operazione chirurgica, la nostra parte razionale è portata a fare affidamento sul fatto che i presidi sanitari mantengano il massimo segreto e il totale riserbo circa le nostre condizioni di di salute e sul fatto che, in fondo, non esiste nessuno al mondo in grado di scattarsi un selfie davanti al nostro copro tagliuzzato e ricucito.
Con buona pace per la nostra componente razionale, quel qualcuno esiste davvero ed è finito in questi giorni al centro di una bufera mediatica per via della sua insana tendenza a farsi autoscatti all’interno di una sala operatoria, diffondendo inoltre le trovate di cattivo gusto sui principali social networks.
Prutroppo ben lungi dal limitarsi ad un singolo episodio, la pratica sarebbe diventata piuttosto comune, quasi virale, all’interno di alcuni ospedali della Campania, dove medici, infermieri e anestesisti si riunivano felicemente a fianco dei corpi anestetizzati per una foto ricordo dell’intervento da effettuarsi, come in una sorta di oscuro rituale esoterico.
Mentre gli inquirenti si trovano intenti ad identificare gli autori delle bravate e ad avviarli verso la lunga strada che conduce in direzione della radiazione dall’Ordine professionale (con eventuali pene aggiuntive), il presidente del medesimo Ordine, Silvestro Scotti, ha fatto sapere di sentirsi disgustato dalla pratica, da lui definita come deprecabile e priva di qualunque forma di moralità
Ricordando ai simpatici autori dei selfies in sala operatoria che la pratica è illegale, oltre che ignobile e immorale, confidiamo in un pronto sequestro del materiale fotografico e in un lieto fine della vicenda giudiziaria, in grado di tranquillizzare, se non proprio di risarcire, quella parte razionale che fa affidamento sulle virtù del prossimo senza venirne mai ripagata.
Fonte: Emerge il Futuro