L’esposizione prolungata e quotidiana a sostanze tossiche e veleni provoca, quasi per definizione, un lento logorio dell’organismo umano destinato a sfociare nel venir meno di alcune funzioni vitali di base e nella nascita di patologie originate, appunto, dalla perdita di efficacia, elasticità e resistenza di tessuti ideati per nutrirsi di cibi sani e acqua pulita e non di inquinanti industriali.
Se fino ad oggi abbiamo percepito le problematiche legate all’inalazione di polveri sottili e smog come qualcosa di temporalmente indefinito e potenzialmente in grado di minare la nostra salute solo nel lungo periodo, un recente studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc) parrebbe accorciare di molto l’ottimistico orizzonte elaborato fino ad ora esuggerire l’insorgenza di danni irreversibili già dalla tenera età.
Mediante una ricerca effettuata in Polonia si è infatti scoperto chel’esposizione a fattori inquinati di natura aerea provoca l’insorgenza didanni all’apparato cardiovascolare destinati a sfociare in problematiche cardiache potenzialmente letali già sulla soglia dell’adolescenza e che, per tanto, i giovani che si trovano malauguratamente a vivere all’intero di aree urbane particolarmente inquinate si troverebbero esposti a rischi connessi con ictus e infarti esponenzialmente superiori a quelli dei loro coetanei cresciuti in aperta campagna o comunque in luoghi dove lo polveri sottili si mantengono all’interno dei livelli di guardia previsti dalle varie legislazioni.
La ricerca in questione ha preso in esame le condizioni di salute di un nutrito campione statistico (circa 800) di giovani di età compresa tra i 16 e i 22 anni,cresciuti rispettivamente a Cracovia e Lublino; città profondamente differenti per quanto riguarda i livelli di inquinamento e la quantità di polveri sottili dissolte nei cieli.
Dallo studio è emerso che i giovani residenti a Lublino, città decisamente meno inquinata, possedevano livelli molto più bassi di quelle particolari proteine presenti nel sangue atte a denotare la presenza di un’infiammazione cardiovascolare in corso e lo stato di salute complessiva del muscolo cardiaco.
Tradotto su un versante squisitamente pratico, i giovani di Cracovia, a differenza dei loro coetanei di Lublino, possedevano caratteristiche corporee tipiche degli organismi danneggiati dall’esposizione a veleni ed erano potenzialmenteprossimi ad incappare in patologie cardiache, anche a fronte della tenera età del campione esaminato, con un’incidenza superiore del 2,8% per il solo infarto.
La ricerca polacca ha dunque mostrato come l’esposizione quotidiana e prolungata a sostanze tossiche e veleni non solo mini alla base la capacità del nostro organismo di autoregolarsi, ma come il fenomeno si sviluppi in modo molto più rapido e solerte di quanto il nostro illusorio orizzonte temporale non ci abbia portato a credere.
Fonte: Emerge il Futuro