Un po’ come accade ai bambini, che ardono dalla voglia di diventare grandi per poi rimpiangere in eterno una fase della vita spensierata e ricca di significati non più percepibili; anche all’interno della storia di ogni singola nazione esiste un processo legato alla fretta di modernizzare ogni versante dell’esistenza, alla quale si associa generalmente un tardivo recupero delle proprie tradizioni ed eccellenze abbandonate.
Capita così che in un’Italia che ha da lungo tempo deciso di snobbare le terapie associate agli impianti termali in favore di cure a basso costo e sedicenti ritrovati domestici, l’allentamento delle maglie prodotte della crisi si trovi a coincidere con la volontà di recuperare una dimensione della nostra sfera sociale in grado di caratterizzare buona parte delle nostre tradizioni e di conferire lustro alla nostra terra.
Dopo un susseguirsi di annate buie, rese ancor più buie da consigli poco lungimiranti di ancor meno lungimiranti medici, il turismo italiano legato alle terme è finalmente riuscito a segnare la tanto attesa inversione di tendenza, facendo registrare un segno più davanti agli introiti che in molte località mancava da oltre un decennio.
Polo trainante della ripresa termale italiane è risultato essere quel meraviglioso Bacino Termale Euganeo in cui la sinergia tra l’efficienza degli impianti e le ricchezze presenti nel suolo veneto hanno consentito di far registrare un sontuoso +2,82% in termini di presenze presso le aree termali limitrofe e un +7,15% di arrivi rispetto alla precedente stagione.
Il 2014 è infatti riuscito a risvegliare l’interesse dei turisti italiani verso gli impianti termali veneti e ad indirizzare un trend negativo, che durava ormai da 14 anni, in direzione di un’embrionale ripresa che ha consentito alle apposite strutture alberghiere di assistere al pernottamento complessivo di oltre 3 milioni di turisti, dei quali oltre la metà proveniente da località ubicate all’interno della nostra Penisola.
Se le terme venete sono riuscite a fronteggiare la crisi grazie ad una discreta audience proveniente da nazioni estere (Francia e Russia soprattutto), il risveglio di un turismo squisitamente interno lascia presagire una nuova presa di coscienza tutta italiana davanti agli innumerevoli vantaggi terapeutici e psico-fisici derivanti dal trascorre un soggiorno all’interno di strutture ambite ed invidiate da tutto il mondo.
Con la speranza che i dati di afflusso relativi al 2014 possano essere solo il primo passo in direzione di un recupero delle nostre tradizioni ,che pareva andato disperso nel corso della cieca corsa alla modernità, non resta che constatare come sotto molti punti di vista i popoli assomiglino un po’ a tutti quei bambini, animati da smania di crescere, che si rendo conto tardivamente di quanto possa essere meraviglioso riscoprire le gioie di una fase della vita dove tutto era più puro e autentico.